Più contagi, non casi più gravi e lo scudo dei vaccini: ecco perché la variante Kraken non deve fare paura
Secondo l’Oms e l’Ecdc la nuova sottovariante di Omicron non porta alcuna mutazione nota per essere associata a un potenziale cambiamento di gravità
di Marzio Bartoloni
I punti chiave
5' di lettura
Le valutazioni della gravità della variante Kraken che sta esplodendo negli Usa «sono in corso», ma «XBB.1.5 non porta alcuna mutazione nota per essere associata a un potenziale cambiamento di gravità». Questo l’ultimo aggiornamento in arrivo dal gruppo consultivo tecnico dell’Oms sull'evoluzione del virus che sottolinea come sulla base delle sue caratteristiche genetiche e delle stime del tasso di crescita, Kraken può comunque «contribuire all'aumento dell'incidenza dei casi a livello globale». Insomma più contagi ma senza una maggiore patogenicità e con lo scudo vaccinale che dovrebbe continuare a funzionare contro la malattia grave, visto che funziona con tutte le sottovarianti di Omicron. Sulla stessa scia anche l’Ecdc (Il Centro europeo di controllo delle malattie) che parla di una possibile diffusione di Kraken in Europa in uno due mesi ma senza casi più gravi
Kraken e Gryphon molto più contagiose
Come noto il mondo è alla continua rincorsa dello sciame di sottovarianti che discendono dalla famiglia di Omicron che domina la pandemia da circa un anno. Fra le ultime sorvegliate speciali c’è Xbb (Gryphon) e la Xbb1.5 (Kraken). Quest'ultima in particolare risulta in aumento sostenuto anche perché risulta al momento la sottovariante di Omicron più trasmissibile finora individuata. Si diffonde rapidamente a causa delle sue mutazioni che permettono di aderire alle cellule e di replicarsi facilmente e si ritiene sia responsabile del 28% dei casi negli Stati Uniti, secondo le stime dei Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc). Ad oggi però rileva il gruppo di studio dell’Oms che si è riunito lo scorso 5 gennaio «le stime del vantaggio di crescita di XBB.1.5 provengono solo da un paese, gli Stati Uniti, e quindi la fiducia in una valutazione globale è bassa». Insieme alle varianti BQ.1 (Cerberus), affermano gli esperti dell'Oms, «le varianti XBB sono le più resistenti agli anticorpi fino ad oggi» e «XBB.1.5 ha dimostrato di essere altrettanto immuno-evasiva di XBB.1, la sottovariante Omicron con la più alta fuga immunitaria fino ad oggi». Attualmente, precisano ancora i ricercatori, non ci sono dati certi «sull'efficacia del vaccino nel mondo reale contro malattie gravi o morte».
Per l’Ecdc rischio basso per la popolazione generale
Anche Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) non lancia allarmi e valuta il livello complessivo di rischio per l'Ue associato alla diffusione della variante Omicron XBB.1.5, ribattezzata Kraken, come basso per la popolazione generale. Il rischio è da moderato ad alto per le persone vulnerabili come gli anziani e le persone non vaccinate e immunocompromesse, a seconda della loro immunità contro Sars-CoV-2. «I modelli matematici dell'Ecdc - spiega una nota - indicano che XBB1.5 potrebbe diventare dominante nell'Ue dopo uno o due mesi”. Al momento “non ci sono segnali che la gravità dell'infezione di XBB.1.5 sia diversa da quella dei sottotipi di Omicron circolanti in precedenza». La proporzione di XBB.1.5 nell'Ue è stata inferiore al 2,5% nelle ultime due settimane del 2022 mentre negli Stati Uniti «XBB.1.5 si sta diffondendo il 12% più velocemente rispetto ad altre varianti in circolazione».
Per gli esperti ancora difficile valutare bene l’impatto
Per l'immunologo Yunlong Cao, dell'Università di Pechino, che con il suo gruppo di ricerca sta studiando le caratteristiche della sottovariante, Kraken ha «mutazioni mai viste finora». Cao è fra gli esperti che la rivista Nature cita sul suo sito, in un'analisi del possibile impatto della nuova sottovariante sull'andamento della pandemia. «Quasi sicuramente la XBB.1.5 si sta avviando a diventare dominante nel mondo», aggiunge Cao, che recentemente ha individuato la mutazione che rende XBB.1.5 particolarmente efficiente nell'agganciarsi al recettore Ace2, presente sulla superficie delle cellule umane e principale porta d'ingresso del virus SarsCov2. La mutazione si chiama F486P e il gruppo di Cao l'ha descritta in un articolo online sul sito bioRxiv, che accoglie ricerche non ancora sottoposte all'esame della comunità scientifica. Molti, però, non condividono la convinzione di Cao che Kraken sia destinata a diffondersi in tutto il mondo e ritengono che sia presto per trarre conclusioni. Fra questi c’è la biochimica Jennifer Surtees, dell'Università di Buffalo, secondo la quale in questo momento «si sta procedendo alla cieca. Non abbiamo idea di che cosa sia accadendo», osserva sul sito della rivista Nature, perché i pochi test che vengono fatti impediscono di avere un quadro preciso del numero di casi. Anche il bioinformatico Tulio de Oliveira, dell'Università sudafricana Stellenbosch, ritiene che si debba considerare l'impatto dell'ondata di freddo e delle feste natalizie, con molti incontri al chiuso.
«Kraken non è un rischio per l’Italia e per l’Europa»
«In Italia la situazione Covid non desta particolari preoccupazioni, con gli indicatori ospedalieri stabili o in calo», e l’allarme per la diffusione di Kraken «non è un rischio per l’Italia e per l'Europa». Così scrivono in una lettera all'editore del Journal of Medical Virology Antonello Maurotti, ordinario di Statistica dell'Università Lumsa; Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus BioMedico di Roma; Francesco Branda del Dipartimento di Ingegneria informatica, Modellistica elettronica e Sistemistica dell'Università della Calabria, e Fabio Scarpa del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università degli Studi di Sassari. «Tuttavia, per evitare nuove fiammate improvvise e inaspettate con conseguenze sconosciute - sottolineano gli scienziati italiani - è essenziale avere dati attendibili e tempestivi anche dalla Cina sulle mutazioni del virus e sulla prevalenza delle singole varianti. Questo per poter avere previsioni realistiche sull'evoluzione a breve termine dell'epidemia, così da non dover inseguire Sars-CoV-2 come è successo in passato. La Cina continua a fare paura, ma ora abbiamo gli strumenti per anticipare, monitorare e gestire la pandemia».
«Vaccino funziona contro tutte le sotto varianti di Omicron»
Ma i vaccini funzionano ancora soprattutto contro la malattia grave anche con Kraken? «I vaccini funzionano contro tutte le sottovarianti di Omicron, perché non dovrebbe funzionare anche contro queste?», spiega al Sole 24 Ore Massimo Ciccozzi epidemiologo del Campus Biomedico di Roma. Che aggiunge: ««Il vaccino funziona stimolando gli anticorpi e cioè le cellule neutralizzanti, perché Kraken dovrebbe bucare il vaccino se le mutazioni non interessano questa risposta visto che molto difficilmente viene cambiato questo aggancio anticorpale». «In ogni caso stiamo studiando e credo che tra 7-10 giorni avremo dati più certi su l’immunoevasività, la capacità cioè di aggirare i vaccini, e sulla contagiosità, ma io sinceramente non mi aspetto niente di diverso rispetto alle altre sotto varianti di Omicron. Il virus con Omicron - aggiunge Ciccozzi - ha raggiunto la sua condizione ottimale: contagia tanto ed è molto meno letale, quello che deve fare un virus che vuole crescere». E se dovesse uscire una variante completamente diversa da Omicron? «Allora possiamo aspettarci qualcosa di diverso, ma il virus deve cambiare radicalmente ed è difficile». Il serbatoio della Cina non può essere decisivo in questo caso? «In epidemiologia il rischio zero non esiste, tutto può accadere; ecco perché dobbiamo monitorare a esempio con i tamponi in aeroporto per verificare l’arrivo di nuove varianti».
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