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Pnrr, la riforma attesa per i non autosufficienti

È uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per superare l'offerta di servizi scarsa e frammentata. Coinvolti in 10 milioni, con familiari e operatori

di Giorgio Pogliotti

La Bce tira dritto sui tassi e avverte Roma sul Pnrr

2' di lettura

Per superare l’offerta di servizi scarsa e frammentata destinata agli anziani non autosufficienti è pronto un testo di riforma del settore, come previsto dal Pnrr, che punta a costruire un sistema più unitario e con procedure d’accesso semplificate rispetto alle attuali. Sono interessati 3,8 milioni di anziani non autosufficienti, il 5% della popolazione (ma il loro numero è destinato a raddoppiare entro il 2030), coinvolti in 10 milioni, familiari e operatori compresi.

Serve un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti

L’Italia è indietro, rispetto agli altri Paesi europei che hanno approvato da una trentina d’anni la riforma. Secondo il Pnrr si dovrà introdurre «un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti», fondato sulla definizione dei servizi sociali e sanitari. Cioè un nuovo sistema che governi insieme le tre filiere istituzionali oggi esistenti: servizi socio sanitari delle Asl, servizi sociali dei comuni, indennità di accompagnamento di Inps. Da mesi, Presidenza del consiglio, ministeri del Welfare, della Salute e 52 organizzazioni del Patto sulla non autosufficienza hanno lavorato all’elaborazione della riforma: l’esame da parte del consiglio dei ministri del Ddl delega è atteso da tempo.

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Superare la frammentazione attuale

Si intende superare la frammentazione attuale tra le tre filiere istituzionali e passare dalle attuali 5-6 valutazioni delle condizioni di non autosufficienza per ricevere gli interventi, a due (una nazionale e una regionale) tra loro collegate. «Il testo è pronto - spiega Cristiano Gori, professore al Dipartimento di sociologia dell’Università di Trento e coordinatore del Patto sulla non autosufficienza-. e può essere approvato anche nel regime di affari correnti, essendo una riforma prevista dal Pnrr. Pur da migliorare, rappresenta buon punto di partenza: sarebbe fatale disperdere gli sforzi compiuti a favore degli anziani e delle loro famiglie». Il testo riprende in molte parti le proposte del Patto, a partire dall’introduzione di un “Sistema nazionale assistenza anziani” che prevede ad ogni livello di governo la programmazione congiunta delle risorse pubbliche per la non autosufficienza. Ma il tempo stringe perché per il Pnrr la legge delega va approvata entro primavera 2023. «Il nuovo Governo e il nuovo Parlamento dovranno proseguire il percorso di riforma e portarlo a compimento» è l’auspicio di Gori.

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