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Fino a qualche anno fa la sigla Polestar rappresentava la massima sportività in casa Volvo. Ora, invece, è un marchio a sé stante sempre controllato da Volvo Cars, e dunque dai cinesi di Geely ma con una gamma indipendente di classe premium a zero emissioni inaugurata dalla Polestar 2 protagonista del nostro primo contatto tra il traffico di Milano. Provata in versione Performance, la berlina elettrica svedese è spinta da due motori in grado di scaricare sulle quattro ruote motrici una potenza complessiva di 476 cavalli con uno scatto da 0 a 100 km/h coperto in soli 4,4 secondi. Prodotta sulla piattaforma CMA, condivisa con la Volvo XC40, la tre volumi è alimentata da una batteria da 75 kWh in grado di garantire un’autonomia di 480 chilometri secondo omologazione Wltp e un tempo di ricarica di 8 ore con presa a 11 kW.
Rivale di modelli come Tesla 3 o Bmw i4, la Polestar convince per la cura costruttiva e per il livello di finiture a bordo dove si ritrovano diversi componenti già visti sui modelli Volvo a partire dal volante. La plancia è dominata dal grande schermo verticale da 11,2 pollici, da cui gestire il sistema operativo basato su Android Automotive dove non mancano applicazioni come il navigatore con mappe Google e app scaricabili a partire da Spotify. Grazie alla tecnologia Over The Air, la Polestar 2 si aggiornerà sul fronte della gestione dei sistemi di guida, della sicurezza e della batteria senza dover passare in officina. Presente anche Apple CarPlay, esclusivamente via cavo, mentre al momento del test mancava Android Auto.
Durante la guida in città si apprezza l’ottima insonorizzazione e l’assorbimento delle buche nonostante i generosi cerchi da 20 pollici e l’assetto sportivo dotato di ammortizzatori sofisticati ammortizzatori Öhlins lavorano molto bene, regolabili. Al limite della sufficienza invece lo spazio a bordo per una berlina lunga poco più di 4,60 metri, soprattutto nei posti dietro dove l’ampio tunnel ruba spazio ai passeggeri. Contenuta anche la capacità di carico, con appena 405 litri già compresivi dei 41 litri di doppiofondo a cui si aggiungono ulteriori 41 dal vano anteriore.
Usciti finalmente dalla città la Polestar 2 Performance è in grado di mostrare tutto il suo potenziale, merito del corretto bilanciamento tra precisione di sterzo, erogazione dei due motori e taratura dell’assetto. Proprio quest’ultima voce richiede una postilla: se da una parte gli ammortizzatori Öhlin rappresentano un valore aggiunto, dall’altra le 22 posizioni garantiscono una regolazione degna di una vettura da corsa ma il settaggio è decisamente poco agevole. Prezzo? 64.400 euro per la versione provata, acquistabile esclusivamente online e nei prossimi mesi esposta nei nuovi store di Milano e Roma.
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