Il misterioso rapporto tra gli scavi di Pompei e i ribaltoni in politica
Maggioranza nuova? Ti spunta una scoperta negli scavi. Chissà perché, nell’ultimo anno e mezzo, c’è una curiosa coincidenza tra rinvenimenti pompeiani e momenti fatidici della vita della cosa pubblica. Forse bisognerebbe chiederlo al soprintendente Osanna. Che di politica ne ha vista passare tanta
di Modesto Michelangelo Scrofeo
2' di lettura
Dove eravate voi il pomeriggio del 12 agosto scorso? A Pompei scoprivano il tesoro della fattucchiera, impareggiabile raccolta di amuleti e pietre preziose del I sec. dC. A Roma, intanto, tirava aria di grossa crisi: arrivata al capolinea la maggioranza gialloverde, i capigruppo al Senato di Pd e M5S riuscivano a imporre per il 20 del mese la verifica di governo con il premier Conte che avrebbe portato alla maggioranza giallorossa. Sarà stato un caso. Se è un caso, però, non è isolato: a ripercorrere le cronache dell’ultimo anno e mezzo, c’è una curiosa coincidenza tra rinvenimenti negli scavi e momenti fatidici della politica italiana.
LEGGI ANCHE / Thegiornalisti cacio e pere: trionfo kitsch con alcuni lampi di trash
Per dire: tra maggio e giugno 2018, mentre si lavorava per formare il primo governo Conte, a Pompei c’era quasi una nuova scoperta a settimana. Un vicolo dei balconi di qua, il tesoretto del fuggiasco di là. Se è vero che, noi poveri mortali, non possiamo far altro che credere nei segni, non ci resta che chinare il capo di fronte al potere di vaticinio del sito archeologico: appena spunta fuori un reperto, taaac, eccoti che succede qualcosa d’importante tra Quirinale, Palazzo Chigi e Parlamento. Pompei nuovo oracolo della politica italiana? Boh. Sono in corso i lavori nella Regio V degli scavi, certo, ma chissà cosa ne pensa del fenomeno il soprintendente Massimo Osanna che, ben tetragono ai colpi di ventura, di politica ne ha vista passare parecchia: si insedia nel 2014 con Bray, sopraintende con Franceschini, Renzi e M5S, al ministro Bonisoli dà addirittura l’onore di annunciare la postdatazione dell’eruzione del 79 dC.
Adesso è tornato Franceschini: ha vinto il principio di ciclicità della Natura caro a Lucrezio, illustre pompeiano pure lui. Ma siamo certi che, se Salvini avesse ottenuto e vinto le elezioni anticipate, come minimo sarebbe stata riscritta la storia del sovranismo. Vuoi che, scavando scavando, non ti esce fuori che l’hanno inventato a Pompei?
loading...