Prima causa di artisti contro l’intelligenza artificiale: «Copyright violato»
A San Francisco un gruppo di artisti accusa Midjourney per lo sfruttamento di immagini contro il diritto d’autore. C’è anche una causa contro Microsoft
di Alessandro Longo
3' di lettura
Artisti e programmatori uniti, dalla stessa parte della barricata, contro le nuove intelligenze artificiali “generative”, come ChatGpt, Dall-E2 e Copilot. Le due categorie hanno infatti avviato due cause legali separate negli Usa (a San Francisco) contro le aziende che stanno offrendo questi sistemi di crescente popolarità.
L'accusa: i sistemi sono stati addestrati violando il diritto d'autore di artisti, programmatori, e solo così sono in grado di generare opere d'arte che imitano molto bene lo stile di qualche autore o di scrivere codice di programmazione.
La prima causa è contro le AI di Midjourney, Stability AI e DeviantArt, un popolare forum d’arte che ospita le opere generate artificialmente. Nella causa, depositata il mese scorso presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a San Francisco, i querelanti sostengono che queste aziende hanno violato il copyright di decine di migliaia di artisti.
Il più famoso tra i querelanti è probabilmente l'artista fantasy Grzegorz Rutkowski, che per anni ha studiato i grandi maestri della luce e del chiaroscuro (Caravaggio, Rembrandt, Vermeer), per creare opere utilizzate nell'industria dei videogame. Salvo poi trovarsi innumerevoli imitazioni del suo stile in giro nella rete. Chiunque può chiedere a uno di quei sistemi di disegnare, ad esempio, “un drago nello stile di Rutkowski”.
“Scraping” sotto accusa
Gli artisti lamentano di trovarsi nella situazione paradossale di dover competere, sul mercato, contro un'ombra di loro stessi, animata dalle grandi capacità dell'intelligenza artificiale. Le aziende che hanno costruito questi modelli li hanno dovuti prima addestrare facendo raccolta (scraping) di migliaia di altri artisti, da internet. Questo è appunto il meccanismo di base di tutte le cosiddette AI generative: per prima cosa, un’azienda (come OpenAI di ChatGpt) trova o crea un insieme di dati sufficientemente grande, quindi utilizza vari algoritmi per addestrare il software a produrre testi, immagini o codici specifici, sulla base di quei dati.
Le aziende sotto accusa hanno risposto di non fare nulla di male; si limitano a fare come qualsiasi essere umano, che impara dalle opere esistenti e poi ne produce di proprie.
Nella causa depositata si legge però che la questione non è l'imitazione dello stile, ma lo scraping, avvenuto senza il consenso degli artisti e che equivarrebbe a un uso improprio, non autorizzato delle opere e tale da minacciarne la remunerazione. Un po' come condividere musica pirata.
Copilot sotto accusa
L'altra causa prende di mira Microsoft, la sua filiale GitHub e OpenAI per il loro sistema GitHub Copilot, che aiuta i programmatori a completare un codice di programmazione. I querelanti sostengono che Copilot non fornisce l’attribuzione agli autori originali di cui ha usato il codice nella fase di addestramento. E che quindi Copilot viola varie licenze open-source e il Digital Millennium Copyright Act.
Le aziende sotto accusa hanno ribattuto chiedendo al tribunale di respingere la causa. Motivo: i programmatori che condividono il loro codice su GitHub e altrove non avrebbero dimostrato che Copilot li danneggi in modo effettivo.
Un lavoro difficile per i giudici
Ai giudici spetta un arduo compito. Posare le prime pietre di una giurisprudenza che potrebbe avere grossi impatti sullo sviluppo di una tecnologia; ma anche sul suo utilizzo da parte di aziende e utenti. Anche questi, a loro volta rischierebbero infatti di essere accusati di violare il copyright se si avvalgono di prodotti dell'AI generativa, ad esempio in un software, in un videogame o in uno spot pubblicitario.
È anche possibile però che i responsi giuridici arriveranno solo dopo che l'AI sarà pane quotidiano. Secondo Inyoung Cheong, giurista presso l’Università di Washington, i tribunali dovranno soppesare i potenziali danni di questo nuovo modo di utilizzare i contenuti rispetto ai suoi benefici: «Potrebbero volerci anni prima che tutte le cause contro le aziende di IA generativa si concludano».
A quel punto il beneficio o il danno per gli interessati sarà già evidente e, forse, ormai irreversibile.
loading...