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Primitivo di Manduria Doc, da gennaio arriva il contrassegno anticontraffazione

Tra gli obiettivi del Consorzio aumentare la tracciabilità e combattere le truffe

di Domenico Palmiotti

Vendemmia per il Primitivo di Manduria Doc

2' di lettura

Dall'1 gennaio 2023 i vini Primitivo di Manduria Doc e Primitivo di Manduria Doc Riserva dovranno essere muniti del contrassegno di Stato per essere immessi in commercio. Il celebre rosso è uno dei vini pugliesi più esportati. Il nuovo sistema, spiega il Consorzio di tutela che ha sede a Manduria (Taranto), è gestito da Agroqualità, società di certificazione specializzata nel settore agroalimentare del Gruppo Rina e del Sistema Camerale Italiano.

Le fascette, stampate dall'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, utilizzano particolari sistemi di sicurezza che certificano l'autenticità del prodotto e contengono sistemi anticontraffazione. visibili e invisibili, con tracciabilità gestita da banche dati. I contrassegni sono forniti – si spiega – «da una indicazione di serie alfanumerica e di un numero di identificazione progressivo che identifica ogni singola bottiglia immessa al consumo».

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«Un ulteriore sistema a garanzia dell'autenticità, volto alla tutela di produttori e consumatori delle bottiglie a marchio Doc, accompagnerà i vini del grande rosso pugliese e traccerà tutte le fasi di vita di ciascuna bottiglia», dichiara il presidente del Consorzio di tutela del Primitivo Doc di Manduria, Novella Pastorelli.

Il consorzio, presente tra le aree di Taranto e Brindisi, annovera 67 aziende e 160 imbottigliatori. La superficie coltivata è di oltre 5mila ettari tra 18 Comuni. Per Pastorelli, «la scelta fatta, traccia un percorso obbligato volto alla massima tutela della denominazione. Questo rappresenta uno dei compiti fondamentali della nostra attività. Inoltre si completa anche l'iter che consentirà di tracciare tutte le fasi della vita delle nostre produzioni che inizia in vigna, prosegue con la trasformazione delle uve per alla fase del passaggio in bottiglia e la messa al consumo».
«La prospettiva – continua Pastorelli – è quella innalzare il livello di tracciabilità del Primitivo di Manduria e di anticontraffazione fornendo al contempo la massima garanzia al consumatore».

Di Primitivo di Manduria ne sono state prodotte nel 2021 più di 30 milioni di bottiglie (+2 milioni rispetto al 2020) pari a oltre 23 milioni di litri. Il fatturato del 2021 è stato di 195 milioni di euro (+12 milioni rispetto al 2020). Quest'anno, invece, sebbene vi sia stata una riduzione della produzione del 25- 30%, la qualità è comunque ritenuta ottima dai viticoltori.

La battaglia contro la contraffazione il Consorzio l'ha intrapresa già da tempo. Un bilancio riferito a quest'anno, fornito dallo stesso ente, la cui vigilanza si svolge in collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi, segnala che sono state vinte 35 cause su 64 azioni legali intraprese per bloccare marchi ingannevoli presenti in tutto il mondo, sia figurativi che nominativi.
Delle 35 cause vinte, 2 sono state intraprese in Cina, 5 in Spagna, 13 in Italia, una ciascuna in Cile, Sud Africa, Germania, Portogallo e Francia.
È stata poi sospesa la commercializzazione in Europa di 8 marchi depositati presso l’Euipo (l’invalidity division dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) ed è stato acquistato dal Consorzio un dominio con la dicitura “primitivodimanduria”.
Già dal 2017, infine, erano state messe in atto una ventina di azioni di contrasto in sede stragiudiziale con denunce che avevano attivato interventi d'ufficio da parte delle autorità competenti nei vari Paesi interessati.

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