Quarantena: male per i piccoli, bene per i grandi come Pace, Gagosian e Zwirner
La crisi economica mette in seria difficoltà il mercato. Il networking degli spazi online sta difendendo molte gallerie
di Giuditta Giardini e Marilena Pirrelli
6' di lettura
Poco più di un decennio fa, il mercato dell'arte sembrava inarrestabile. Nel 2008, i 200 milioni di dollari realizzati dalla vendita serale di Damien Hirst presso Sotheby's London , all'indomani del crollo della Lehman Brothers , smentivano ogni infausto pronostico rassicurando i portafogli. Eppure, nemmeno un anno dopo, nell'autunno nero del 2009, il mercato delle aste appariva totalmente mutato, l'euforia aveva lasciato spazio alla cautela. Nell'autunno del 2019, negli Stati Uniti, alcuni economisti avevano visto nel rallentamento della crescita del Pil, nell'inversione di tendenza della curva dei rendimenti e nei preoccupanti tagli ai tassi di interesse della Federal Reserve , uno scenario simile a quello pre-recessione del 2007. Mentre i mercati lentamente si avviavano verso un destino scritto, ma non irreversibile, il Covid-19 ha sorpreso le piazze di tutto il mondo accelerando i fenomeni latenti. Secondo Neil Irwin del New York Times , due cose sono sicure oggi: l'impossibilità di fare previsioni certe e la frenata che subirà la global economy a favore delle economie nazionali. Anche il mercato dell'arte, internazionale per definizione, è vittima di incertezza e relativismi. Eppure l’anno era cominciato con un grande successo per i galleristi che erano riusciti ad avere la meglio sulle case d’aste: la collezione da 450 milioni di dollari del collezionista e filantroppo Donald Marron era stata assegnata a tre gallerie: Acquavella, Gagosian e Pace.
Le perdite
Mentre musei pubblici e artisti rientrano tra i destinatari di piani statali anche sotto forma di decretazione di urgenza, le gallerie, come attività private, laddove non si predispongano programmi di aiuto per tutto il settore, sono chiamate a fare delle scelte individuali per poter sopravvivere. Il gallerista Ed Winkleman sintetizza questo pensiero nella massima “o gli artisti saltano sulla nave o la galleria si libererà degli artisti zavorra”. Tra 2008 e 2014, le gallerie di medio livello hanno perso il 46% degli artisti. Oggi, secondo Artnet , alcune gallerie avrebbero già detto addio agli artisti meno produttivi o quotati. E secondo un sondaggio de The Art Newspaper con Rachel Pownall dell'Università di Maastricht
le gallerie stanno subendo una perdita di reddito del 70% a causa del Coronavirus. L’analisi intende determinare quante gallerie si aspettano di essere danneggiate dal virus e dagli effetti della crisi economica. I risultati del sondaggio - che raccoglie le risposte di 236 galleristi - sono preoccupanti: le gallerie di tutto il mondo prevedono di perdere in media il 72% delle loro entrate. Circa un terzo non prevede di sopravvivere alla crisi. I galleristi con meno di quattro dipendenti hanno riportato le più basse possibilità di sopravvivere (65%), mentre i più grandi sono più ottimisti. Nel Regno Unito l’indagine stima che i dealer subiranno il calo maggiore dell'attività finanziaria (79%), seguiti dall'Asia (77%), dal Nord America (71%) e dal resto dell'Europa (66%).
La reazione e il networking
Per difendersi dal crollo post-pandemia, le gallerie di ogni dimensione hanno cominciato a collaborare per riuscire a mantenersi a galla. David Zwirner ha condiviso la sua sala di visualizzazione online (tra le prime nel 2017 a debuttare tra i galleristi al top) con Platform: New York , inaugurata il 3 aprile aggregando 12 gallerie più piccole, tra cui 47 Canal, Queer Thoughts e Bridget Donahue , e poi ha lanciato un'iniziativa simile a Londra il 17 aprile, con Arcadia Missa, Emalin e altri. Anche Huxley-Parlour Gallery di Londra sta lanciando un’iniziativa online, simile a una versione online dell'evento di condivisione della galleria Condo , che consente ai galleristi di ospitare selezioni curate da altre gallerie sui loro siti. In questo networking le commissioni e le vendite sono divise, ogni galleria ottiene una fetta di ogni vendita, indipendentemente da dove si è verificata. La scorsa settimana, 60 gallerie di Los Angeles hanno annunciato un'iniziativa online congiunta denominata GalleryPlatform.LA .: dal 15 maggio, la piattaforma digitale di proprietà e gestione condivisa presenterà sale di visualizzazione virtuali per 12 gallerie membri alla settimana - compresi Gagosian e Matthew Marks sino a gallerie più piccole come Various Small Fires . È la prima iniziativa tra professionistI riuniti intorno alla Gallery Association di Los Angeles (Gala), progetto che prevede una programmazione congiunta per tutto l'anno.
Chi ce la fa?
Vanno, invece, bene, senza perdite, Pace, Zwirner e Gagosian .
Il senior director di Pace Gallery, Samanthe Rubell, riferisce come la galleria abbia registrato un numero di visitatori superiore a 60.000 dall'apertura della prima mostra curata interamente online, all'inizio di marzo 2020. Tra i vari show quello più popolare, con un numero di visitatori che oggi ha raggiunto i 15.000, è stato “ Saul Steinberg: Imagined Interiors ” – esteso fino al 3 maggio. Secondo Rubell: “la risonanza dalla mostra è dovuta all'empatia creatasi con i monologhi interni dell'artista durante la quarantena. Ad ogni lancio di una nuova mostra online, abbiamo registrato un incremento nel traffico della pagina e anche il numero dei visitatori interessati alle opere esposte virtualmente è aumentato con una notevole espansione geografica” dichiara il direttore Rubell. Oltre alla presenza della clientela fissa, la galleria Pace registra un'affluenza di pubblico per online show “comparabile” a quella degli show in galleria. A maggio apriranno online William Monk, Nigel Cooke e Loie Hollowell – con opere realizzate durante la quarantena – e verranno presentati i recenti lavori di Nathalie du Pasquier e Yin Xiuzhen.
Anche l'andamento dell'attività online di Gagosian sembra positivo, secondo un portavoce della galleria, il traffico online settimanale è cresciuto del 650% su “ Fairs and Collecting ”, dove si accede alla piattaforma Spotlight per le vendite online. “Con il lancio delle iniziative digitali, come Spotlight e Weekly Reading abbiamo raddoppiato il nostro traffico settimanale” continua il portavoce della galleria di Larry Gagosian. La quarantena non ferma le vendite. Dall'8 aprile, ogni settimana, la galleria ha puntato i riflettori su un artista diverso a rotazione. Per chi fosse interessato le informazioni su artista e produzione vengono caricate sul Spotlight ogni mercoledì e il venerdì della stessa settimana, alle ore 6 di mattina (ora di New York), la galleria mette in vendita, con tanto di listino prezzi, una singola opera dell'artista rendendola disponibile per sole 48 ore. Per ora, sono stati messa in vendita Sarah Sze, Stanley Whitney e dal 22 al 27 aprile, Jennifer Guidi . Sempre secondo il portavoce della galleria; “la serie Spotlight è stata un grande successo, abbiamo venduto ogni opera che abbiamo postato e per alcuni artisti abbiamo venduto più pezzi e creato liste d'attesa”. Prossimamente su Spotlight Roe Ethridge, Titus Kaphar, Katharina Grosse, Theaster Gates, Dan Colen, Urs Fischer, Mark Grotjahn, Mary Weatherford, Rudolf Polanszky, Damien Hirst e Jenny Saville .
Molto positivo anche l'andamento generale della galleria David Zwirner . Da marzo 2020, Zwirner Online registra un incremento del 500% sul traffico web. All'apertura, la piattaforma online per la galleria di New York ha registrato un numero di visitatori pari a 20.0000. Dal 20-25 marzo, con On Painting: Art Basel , lanciato simultaneamente sulla piattaforma di Art Basel e sul sito della galleria, Zwirner ha incassato un totale di 6,2 milioni di dollari, inclusa la vendita record del dipinto di Marlene Dumas a 2,6 milioni di dollari e i 1,8 milioni di dollari pagati per un dipinto di Josef Albers. Anche lo show online di Harold Ancart , lanciato il 10 aprile, ha fatto sold out dopo pochi giorni, come quello di Marcel Dzama . E dal 5 maggio David Zwirner riaprirà la galleria di Hong Kong su appuntamento e contemporaneamente lancerà una sala di osservazione online bilingue inglese e cinese chiamata Lixia .
Chi ha visto lungo
Il segreto del modello Gagosian-Zwirner sta nella lungimiranza con cui queste gallerie si sono lanciate sul web già da alcuni anni spostando il baricentro commerciale verso l'online. Zwirner ha aperto, su David Zwirner Online, la viewing room per preview e acquisto delle opera nel 2017 e conseguentemente ricalibrato lo spazio mediatico. “Larry Gagosian” dice il portavoce della galleria “da sempre investe su contenuti e creazioni digitali. Allo scoppio del virus, avevamo già una squadra e una piattaforma per le vendite online, non abbiamo dovuto creare nulla da zero, ma semplicemente centrare il nostro focus sull'online. Questo ci ha dato un grande vantaggio sui nostri competitor”.
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