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Record su record per Verstappen in Messico. Ferrari opaca

La gara in Messico è stata molto noiosa, titoli già assegnati da tempo. Mercedes prende decisione sbagliata favorendo Verstappen. Sul podio anche Perez e Russell

di Alex D'Agosta

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5' di lettura

La prova numero 20 in Messico è stata molto noiosa, dove l'unica possibilità di dare un po' di alternativa al ‘solito' dominio è stata vanificata dal muretto Mercedes, che ha preso una decisione sbagliata sulle gomme di Hamilton favorendo il comunque fantastico Max Verstappen. Una gara di successo anche per Perez e Russell. Ottimi punti per la McLaren. La Ferrari ha perso molto terreno, pagando al traguardo oltre un minuto da Verstappen, mentre la Mercedes ha guadagnato quasi 40 secondi. Questi ultimi devono preoccuparsi ora della seconda posizione nella classifica costruttori, l'unico traguardo con notevole impatto, economico e sportivo, ancora alla portata della Ferrari.

Già assegnati i titoli più importanti

I titoli della stagione di Formula Uno del 2022 sono già stati decisi entrambi, a favore di Max Verstappen e della Red Bull, ma il resto dell’ordine del campionato resta ancora da decidere nelle ultime tre gare della stagione. Charles Leclerc e Sergio Perez sono quindi impegnati in una sfida per la seconda posizione, anche se i risultati di oggi non fanno pensare a un esito positivo per la scuderia italiana.

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A ben vedere, infatti, la Ferrari non è mai entrata in gioco in tutto il fine settimana, anzi, le sue prestazioni sono calate rispetto alla gara precedente, mentre la Mercedes ha mostrato di recuperare terreno molto prezioso in questo finale di stagione. Poiché tuttavia nessun pilota della stella a tre punte è riuscito a passare Verstappen durante le sessioni di prova, l’olandese è partito dalla prima fila in Messico ed è rimasto il pilota più competitivo durante tutta la domenica, riuscendo a gestire un vantaggio abbastanza confortevole su Hamilton e Perez: i due ‘compagni di podio' più facili su cui scommettere visto l'esito del sabato e un Russell non del tutto riconoscibile durante il gran premio. Ovviamente il pubblico di casa avrebbe voluto vedere primeggiare il beniamino locale. Ma Sergio ha dovuto fare i conti con Hamilton che, su questa pista, sa il fatto suo: d'altra parte è un tracciato che lo ha visto dominare a lungo.

La vittoria di Verstappen

E dove, non di poco conto, ha festeggiato ben due dei suoi sette titoli, rispettivamente il quarto e il quinto, nel 2017 e 2018.Tuttavia il gap di oltre 15 secondi non rende onore alle capacità del sette volte campione inglese e alla sua voglia di portare a casa ancora lil primo successo dell'anno. Invece Verstappen con la vittoria 14 stacca -al momento- di una lunghezza sia Schumacher sia Vettel, rendendo il giovane Max titolare di un nuovo record.

Anche se va parametrato alle stagioni di una volta; quasi il doppio rispetto agli anni 80 e comunque nell'ordine del 30% in più rispetto ai tempi di Schumi e circa 10% rispetto agli anni d'oro dell'altro tedesco in Red Bull, Vettel: un dato fra l'altro tendente ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni. E non c'è solo questo, se ne conta un altro per il costruttore. 150 le gare con una vettura in testa: un primato che hanno raggiunto solo sei team nella storia.

Un altro primato per la Red Bull

Un altro primato che consolida la squadra di Milton Keynes fra i più grandi costruttori di tutti i tempi, la quale aveva alzato da poco il suo livello nei ranking di tutti i tempi grazie ai sei mondiali piloti, arrivando a pari con la Lotus: meglio di loro solo Williams a quota 7, Mercedes a 9, McLaren a 12 e Ferrari a 15.

Tornando all'eroe dei tifosi messicani, Sergio Perez, era partito in quarta posizione, davanti a Carlos Sainz che si era qualificato immediatamente davanti a un sorprendente exploit di Bottas – poi precipitato in gara - e di Leclerc. Il suo podio in patria è il secondo consecutivo, dopo tanti, troppi risultati mediocri e un ritiro. A premiarlo non poteva che esserci Carlos Slim, il decimo uomo più ricco del mondo che oltre un decennio fa aveva convinto per finanziare la sua carriera e una nuova pista in Messico: non è mai arrivato un mondiale, ma la visibilità e i risultati di pubblico e di Perez stesso hanno nel tempo giustificato i notevoli investimenti.

Certo, avrebbe sognato di più. Ma Perez già non era riuscito a passare in partenza perché le due Mercedes stavano lottando fra loro: conquista quindi presto la terza posizione, forse grazie -una volta tanto- alle gomme.

Ferrari assente

Non tutti i team avevano prestazioni che rispecchiavano la media delle ultime gare. Una delle spiegazioni è l'altitudine. E per ovviare al calo di potenza dei motori sull'altopiano messicano bisogna intervenire sui parametri di alimentazione. Ma certe vetture non reagiscono bene e d'altro canto i costruttori non riescono a ottimizzare il setup, considerando che trovano una gara sola all'anno con queste caratteristiche, a ben 2238 metri sul livello del mare.

Stiamo parlando di una quota inferiore di solo un metro al nostrano passo dolomitico del Pordoi, pari a 2239 metri: con l'aria più rarefatta i motori molto spinti necessitano di una carburazione diversa a causa dell'inferiore presenza di ossigeno. È un ostacolo comune a tutti, ma sta di fatto che le rosse sono state ben poco appariscenti. Un'altra prestazione sbiadita, insomma, dopo un sabato tutt'altro che positivo.

Rosse conquistano punti

C'è poi un altro scenario plausibile: forse una riduzione di affidabilità da contrastare, per cui, forse, come sopra ipotizzato, non era a disposizione tutto il potenziale di motore. Oppure, più semplicemente, potrebbe essere stato anche mal settato il carico aerodinamico. La buona notizia ovviamente è quella di aver portato entrambe le auto a punti. Ma le rosse hanno sofferto molto nel confronto con i due top team in testa. E alla fine Leclerc ha ammesso che pur avendo “massimizzato il potenziale, sono arrivati a un minuto di distacco”. Un dato poco ottimista sul quale è assai difficile lavorare con due gare al termine.

Week-end avvelenato anche per Alonso

La sua Alpine fatica a finire un gran premio. Anche ieri, e si è già visto che nel 2022 la causa maggiore di fallimento era a carico del motore: nella domenica messicana è ‘saltato' un cilindro e il campione asturiano è di conseguenza presto rimasto a piedi. Eppure, quando capace di tagliare il traguardo, la sua monoposto motorizzata Renault a volte gli ha dato anche delle soddisfazioni: memorabili i due quinti posti di Silverstone e Spa.

Ma come spesso accade, Alonso fa parlare di sé anche a motori spenti, visto che non esita a togliersi sassolini dalle scarpe o raccontare quello che pensa di tutto e di tutti con pochi freni: alla sua età, nella sua posizione, può permettersi davvero di non avere grossi ostacoli. E così, in un’intervista rilasciata al quotidiano olandese De Telegraff, Alonso ha affermato che “lottare contro gli avversari e vincere meno titoli è più meritevole che battere solo il proprio compagno di squadra e vincere di più”.

Insomma, ai suoi tempi c'erano davvero più avversari e team competitivi, mentre ora è da troppo tempo che le gare, in testa almeno, sono appannaggio di solo pochissimi nomi.

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