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Renzi-Calenda, alleati ma non nei redditi: per l’ex premier 2,6 milioni, per il leader di Azione 69mila euro

Il leader di Italia viva gli incassi dalla sua attività di conferenziere. Per l’ex ministro dello Sviluppo economico la retribuzione da parlamentare europeo non soggetta a tassazione in Italia

Calenda: “Tra giugno e settembre assemblea costituente per partito unico liberaldemocratico”

2' di lettura

Vicini in politica, lontani nelle ricchezze. Matteo Renzi e Carlo Calenda, leader rispettivamente di Italia viva e Azione che hanno annunciato negli scorsi giorni l’intenzione di dare vita a un partito unico, formano una strana coppia in materia di dichiarazione dei redditi: dai documenti depositati al Senato, relativi all’anno fiscale 2021, risulta che l’ex premier è uno degli eletti più ricchi con un reddito imponibile di 2,56 milioni di euro; Calenda invece è nella parte bassa della graduatoria con appena 63.990. Va ricordato però che il suo reddito da parlamento europeo (fino a ottobre 2022) non è soggetto alla tassazione in Italia

Renzi e i guadagni da conferenziere e docente

Per Renzi si tratta dei guadagni incassati per la sua attività di conferenziere. Nelle ultime settimane, ha raccontato il Corriere della sera, gli spostamenti dell’ex premier hanno toccato diverse città sparse per il mondo: Tokyo, Atene, Miami, Riad, Bahamas, Zurigo, Londra, Bangkok, Cipro. Fra gli incarichi più controversi quello di membro del board della fondazione Future Investment Initiative, l’organismo controllato dal fondo sovrano saudita, il Saudi public investment Fund (Pif), che fa capo al discusso principe ereditario Mohammad bin Salman.

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Fece discutere la presenza in Arabia Saudita di Renzi nei giorni in cui alla Camera si discuteva la fiducia al governo Meloni (ma Renzi rientrò in tempo per partecipare al voto al Senato). Un rapporto contestato duramente anche dall’alleato Calenda: «È del tutto evidente che un leader di partito non può prendere uno stipendio da uno stato straniero, questo è un fatto di una realtà incontrovertibile, non è mai successo nella storia della politica contemporanea».

Nei guadagni incassati nel 2021, ricostruisce il Fatto quotidiano, ci sono anche i compensi incassati da membro del board Delimobil, società guidata dall’imprenditore napoletano Vincenzo Trani con sede in Lussemburgo che gestisce car sharing in molte città tra cui Mosca. Incarico a cui il senatore di Rignano ha rinunciato nel febbraio del 2022, subito dopo l’aggressione ordinata da Vladimir Putin contro l’Ucraina: «Ho trovato giusto e doveroso dare le dimissioni».

Per Renzi il 2021 è stato un anno finanziariamente più felice rispetto al 2020, quando il suo reddito imponibile era sceso sotto i 500mila euro (488.695) per effetto del Covid che aveva limitato la sua attività di conferenziere. Valore dimezzato rispetto all’anno precedente (2019) quando aveva dichiarato 1,037 milioni. Nel 2018 l’imponibile era stato di 796.281. Un salto notevole rispetto ai 28.345 euro del 2017.

Calenda e la retribuzione da parlamentare europeo

Molto diversi i numeri di Carlo Calenda. L’ex ministro dello Sviluppo economico ha un reddito imponibile 40 volte inferiore rispetto al suo alleato: 65.291 euro. Una cifra che si spiega però con il fatto che nel 2021 Calenda era ancora parlamentare europeo (si è dimesso il 12 ottobre 2022 dopo l’elezione al Senato): la sua indennità (circa 10mila euro lordi) non è soggetta a tassazione in Italia. Il leader di Azione non ha beni immobili intestati e gira con un motorino Liberty 125 immatricolato nel 2022. La sua unica partecipazione societaria è quella a B4 Investimenti (205 azioni).

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