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Rimuovere il trauma è una dura lotta

Dorothy non ricorda la morte del suo bambino, in casa si aggira la baby sitter del presunto figlio e tutti fanno finta di niente. La serie è un dramma ibseniano con regia raffinata e grandi interpretazioni. E trovate crudeli e comiche

di Gianluigi Rossini

Dark comedy. Da sinistra, Lauren Ambrose, Toby Kebbell e Rupert Grint in «Servant»

2' di lettura

«Questa famiglia non sa affrontare i traumi», dice Sean in uno dei primi episodi della quarta e ultima stagione di Servant, e in fondo è questo il tema dell’intera serie: pur di non parlare ad alta voce del male, pur di poter continuare indisturbati a preparare cene elaborate innaffiandole con vini pregiati, i Turner sarebbero disposti più o meno a qualsiasi cosa. Tutto il racconto, infatti, nasce da un trauma negato: Dorothy (Lauren Ambrose), lasciata da sola sia dal marito Sean (Toby Kebbell) sia dal fratello Julian (Rupert Grint) con un bambino di poche settimane da accudire, lo ha dimenticato in macchina per un’intera afosa giornata di agosto. Jericho è morto, ma Dorothy non lo ricorda e tutti vorrebbero far finta di nulla.

Trascurata dai premi maggiori e arrivata alla stagione finale senza attirare molta attenzione, Servant è invece una delle cose migliori prodotte da Apple TV+, anche se è comprensibile che non incontri il gusto di tutti. Gli artefici principali, Tony Basgallop alla sceneggiatura e M. Night Shyamalan alla regia, si sono divertiti a costruire una storia che si avvita continuamente su sé stessa, annuncia rivelazioni che poi non arrivano mai, abusa provocatoriamente della pazienza degli spettatori accumulando misteri su misteri. Chi o cosa è Leanne (Nell Tiger Free), la tata assunta da Dorothy? Ha davvero fatto tornare in vita Jericho oppure ha rapito il bambino di altri?

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A due episodi dalla fine ancora non lo sappiamo, ma nel frattempo lo scontro tra Dorothy e Leanne per il controllo della famiglia è arrivato al suo culmine, con la prima immobilizzata a letto, dopo la caduta dalle scale che aveva chiuso la stagione precedente, e la seconda sempre più paurosamente sicura di sé e dei propri poteri. Ma il cerchio si stringe su entrambe, e mai come prima Dorothy sembra a un passo dal ricordare cosa è successo, Leanne dal rivelare la propria natura.

In fondo, tuttavia, non è per sapere come va a finire il vero motivo per cui abbiamo guardato Servant, o almeno non solo: la regia raffinatissima, le grandiose interpretazioni del cast, le trovate crudelmente comiche, tutto contribuisce a creare di un interno borghese inquietante e originale, un dramma ibseniano per il nostro tempo, che sa muoversi tra horror e dark comedy con splendida leggerezza.

Servant

Tony Basgallop

M. Night Shyamalan

Apple TV+

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