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Ritratti di poeti contemporanei in mostra

L’esposizione “Intimi ritratti” è all’Acquario Romano, Casa dell’architettura, fino al 31 di marzo

di Matteo Bianchi

3' di lettura

A Roma il fotografo Dino Ignari espone i volti della poesia contemporanea
Immortalare un poeta in stato di quiete, senza infingimenti sugli occhi né pretese di statura, senza la posa in tiro di chi ha pubblicato e se ne compiace. È l'obiettivo di Dino Ignani che da quasi mezzo secolo ritrae chi ha a che fare con la poesia, cercando di catturarlo nelle sue stanze, dove la corazza del quotidiano viene sfilata e deposta vicino all'uscio di casa. A ridosso della Giornata Mondiale della Poesia, a Roma, ospite della Casa dell'architettura, il fotografo ha inaugurato “Intimi ritratti”, una mostra personale che riprende il titolo della sezione più celebre del suo portfolio virtuale: sono circa 350 i volti collezionati negli anni, ma soltanto una ventina di cari estinti sono stati incorniciati e affissi. I restanti scorrono incessantemente sui due maxi schermi posizionati all'ingresso, quasi il tempo non abbia deciso se consacrarli o meno nella storia della letteratura.

Ritratti di poeti in mostra

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Il canone rappreso

In volume l'operazione di ritrarre un intellettuale nella sua dimora era già stata messa in atto prima da Renato Minore ne “La promessa della notte” (Donzelli, 2011), lasciando al fruitore la libertà di scolpire un'immagine dall'inchiostro grezzo del racconto. Diversamente, dentro l'Acquario Romano si impone su tutti l'intransigenza di Giorgio Bassani, per citarne uno, tanto scomoda ai suoi compaesani; al pari si distingue da lontano l'inadeguata spontaneità di Valentino Zeichen e della sua abitazione precaria, difesa sino allo stremo.

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Se di Biancamaria Frabotta manca la vista cristallina e profonda, di Patrizia Cavalli lo scomodo tempismo sintomo di un'arguzia impareggiabile. Non è da tralasciare la lezione di Elio Pagliarani, da poco conclusasi la funzione a lui dedicata: con “La ragazza Carla” (1978) il poeta smorza il dominio dell'io che affligge larga parte delle manifestazioni espressive della società del consumo attraverso un'impietosa terza persona, una koinè linguistica parificante e un'asettica sospensione di giudizio.

Ignani, inoltre, non poteva non omaggiare la docile compostezza di Giampiero Neri a pochi mesi dalla sua scomparsa: “la memoria fa un cammino a ritroso / dove una materia incerta / torna con molti frammenti”, per usare la sua concezione di ciclicità.

Le ambizioni del presente

Seguire il suo sguardo tra la folla traccia il perimetro ideale di una cittadella dei poeti, con le diatribe tra i salotti e i retrobottega delle accademie. “E così, scorporati seppur riuniti in una corporazione, i poeti scolorano, svaporano, come uomini di fumo… ci si chiede alla fine: chi sono allora i vecchi, le donne, i ragazzi di queste fotografie?” È la domanda tutt'altro che retorica con cui Enzo Siciliano concludeva il testo che presentava gli scatti ambientati di Ignani su “Nuovi Argomenti”, nel 1984, e che oggi introduce la mostra.

Se Gilda Policastro e Andrea Cortellessa si mostrano obliqui di profilo, negandosi vis a vis, Elisa Donzelli spalanca i battenti di una finestra simbolica per dare aria e nuova luce alle solite mappature critiche, basti pensare alla costellazione dei “Poetipost68.it”, movimento scaturito di recente. Da basso, Tommaso Di Dio appare seduto lungo una scala biancheggiante con addosso una camicia chiara, essenziale, come chi presta attenzione a ogni gradino, alla genesi di ogni verso.

Poeti per vocazione

Al contrario, il nero maglione di lana che copre la bocca di Ida Travi rappresenta un genere, la poesia, saturato da situazioni sempre più impettite e impermeabili; non a caso, il trittico che ha incentrato sul popolo immaginario dei Tolki (Edizioni Volatili), è un distacco critico dal caos transitorio delle cronache nonché, al contempo, un atto di fede nei confronti della parola poetica, della sua capacità edificante. Infine il sorriso tenue di Umberto Piersanti e il suo cappello a tesa larga sembrano emergere da “I luoghi persi” (Crocetti, 2022), ossia la verità esclusa dalle traiettorie maestre, ciò che sembra doversi obliare ma che, invece, è fondamentale, come l'odore del grano battuto prelude all'eterno o una casa qualunque si perde all'orizzonte.

Intimi ritratti, Roma, Acquario Romano, Casa dell’architettura, fino al 31 marzo


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