Rottamazione auto, l’iter può chiudersi anche oltre i 180 giorni
La consegna del veicolo nuovo avviene allo scadere dei 180 giorni? Non è un problema per l’iter di rottamazione della macchina vecchia
di Maurizio Caprino
3' di lettura
In attesa della possibilità di immatricolare un veicolo acquistato con incentivo statale anche oltre i 180 giorni dalla prenotazione del bonus, arriva l’ok del ministero dello Sviluppo economico (Mise) a completare anche oltre tale periodo l’iter di rottamazione dell’eventuale mezzo rottamato per godere dell’agevolazione. Nel frattempo, sta scadendo la proroga dei termini di immatricolazione prevista dai precedenti incentivi. E il Parlamento europeo voterà mercoledì su come raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 di qui al 2035, facendo un passo verso la strategie Ue che influirà sugli incentivi dei prossimi anni.
Consegna e rottamazione
La normativa in vigore dal 2019, su cui «si appoggia» anche quella attuale, per evitare accaparramenti di bonus anche per modelli di veicoli non ancora effettivamente disponibili sul mercato, impone di immatricolare il mezzo entro 180 giorni da quando il contratto di acquisto è stato inserito nella piattaforma telematica di prenotazione dell’incentivo.
Con l’allungarsi dei tempi di consegna causato dalla carenza di materie prime e microchip, non è raro che i 180 giorni - assolutamente adeguati in tempi normali - si rivelino insufficienti: non è raro superare i sei mesi di attesa e in certi casi si arriva a circa un anno. Così si è aperto un problema applicativo.
Il comma 1034 della legge 145/2018 dà al venditore 30 giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo per avviare alla rottamazione l’eventuale veicolo vecchio. Per i veicoli di categoria Le (moto, motocicli e simili), ci sono 15 giorni. Ma tutto ciò s’incrocia con il fatto che, nella prassi seguita finora, l’intero iter doveva concludersi comunque entro i 180 giorni.
Gli operatori hanno fatto notare che ora non di rado la consegna del veicolo nuovo avviene allo scadere dei 180 giorni, per cui non c’è il tempo materiale per avviare alla rottamazione il vecchio veicolo e inserire la relativa documentazione subito nella pratica: il sistema di prenotazione era programmato per chiudere l’intera procedura entro i 180 giorni. Anche se non esiste una norma che obblighi a chiudere anche l’iter burocratico legato alla rottamazione entro i 180 giorni. Perciò, stando alla legge, è del tutto legittimo completare la documentazione anche oltre: è sufficiente rispettare i 30 (o 15) giorni dalla consegna del veicolo nuovo.
Così il Mise, nell’ultima versione delle sue faq sugli incentivi, ha esplicitamente riconosciuto che i 30 (o 15) giorni di tempo per l’avviamento alla rottamazione del vecchio dopo la consegna del nuovo ci sono anche quando quest’ultima avviene all’ultimo momento possibile, cioè 180 giorni dopo la prenotazione del bonus.
La proroga in scadenza
Lo scorso anno, quando ormai era diventato chiaro che i tempi di consegna si stavano allungando, era stata concessa una proroga del termine di 180 giorni: il decreto Infrastrutture (Dl 121/2021) ha dato la possibilità di immatricolare entro il 30 giugno 2022 le autovetture, i veicoli commerciali e i motoveicoli i cui contratti di acquisto sono stati inseriti nella piattaforma di prenotazione dal 1° luglio al 31 dicembre 2021 (per quelli inseriti nel primo semestre 2021, la proroga è scaduta alla fine dello stesso anno).
La proroga non è stata prevista per gli incentivi scattati quest’anno, nonostante la situazione produttiva non sia certo migliorata. Anzi, con la guerra in Ucraina, si è ulteriormente complicata. Di qui la richiesta delle associazioni di categoria di allungare il termine dei 180 giorni, visto che i tempi di consegna restano lunghi. E dal Governo sono arrivati segnali di apertura, che non è detto si traducano presto in una disposizione di legge: le prenotazioni si sono aperte il 25 maggio, per cui ci sono ancora quasi sei mesi per legiferare prima che il problema si ponga.
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