Sanità, energia e imprese: candidati al rush finale
Ultimi giorni di campagna elettorale: il 12 e 13 febbraio i cittadini lombardi sceglieranno il nuovo Consiglio e il Presidente della Regione
di Sara Monaci
3' di lettura
In Lombardia la sfida principale di questa campagna elettorale, per il voto del 12 e 13 febbraio, è raccogliere consensi sulla sanità, un’industria che solo sul fronte pubblico vale 21 miliardi all’anno circa, senza considerare la forte connessione con il mondo della ricerca, e oltre 100mila dipendenti. E sul piatto ci sono investimenti pianificati sulle infrastrutture sanitarie da 4 miliardi, di cui uno di derivazione Pnrr.
È un tema delicato perché ci sono due lati di una stessa medaglia, che fra loro sembrano addirittura in contraddizione: da una parte l’eccellenza della ricerca lombarda, sia privata che pubblica, con ospedali privati convenzionati all’avanguardia accessibili a tutti grazi al sistema dell’accreditamento, anche se spesso in tempi molto lunghi a causa delle liste d’attesa; dall’altra parte un’assistenza territoriale ridotta al minimo, a causa dell’assenza dei medici di famiglia, ma anche perché la riforma Maroni-Fontana ha concentrato tutto sui grandi ospedali. Fatto che, durante la pandemia, si è rivelato non solo inefficace ma anche rischioso.
C’è di che inorgoglirsi quindi, ma anche molto di cui preoccuparsi. Il nodo fondamentale è comunque la spinosa questione del rapporto con i privati, che difficilmente e irrealisticamente in Lombardia può essere messo in discussione, visto che ormai rappresentano un pilastro del sistema, ma può essere “corretto” con una regia pubblica maggiore: il problema molto evidente delle liste d’attesa può essere migliorato solo se il pubblico definisce le priorità e in qualche modo obbliga i privati a seguirle.
Finora ci si è provato in modo timido, con la richiesta di aiutare a snellire le liste per il 3% circa della propria attività. Ma ad oggi ci sono ancora 10 prestazioni che la stessa Regione riconosce come lacunose sul fronte dell’attesa: oculistica, dermatologia, dopplergrafia cardiaca, ecografia della mammella, ecografia dell’addome, ortopedia, doppler dei tronchi sovraaortici, cardiologia, diabetologia e neurologia. In alcuni casi l’attesa può arrivare all’anno.
Inoltre, da affrontare a breve, c’è il tema dei medici di medicina gnerale e dei pediatri, che andranno in pensione senza essere sostituiti. Secondo le proiezioni, nel giro di 6 anni si rischia un vuoto di 6mila professionisti. Un problema che è evidente in tutta Italia ma è ancora più marcato in Lombardia.
La resilienza del tessuto imprenditoriale è un altro argomento centrale per i prossimi anni. Se c’è stata un’indubbia ripresa post-Covid, e la crescita acquisita dalla Lombardia nel 2022 è stata del 3,5%, va anche detto che da fine 2022 si assiste ad un peggioramento del clima di fiducia di imprese e famiglie, a causa evidemente del caro energia e dell’inflazione. Per gli imprenditori inoltre il protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina è un dato negativo anche per l’export, sebbene per il momento sia ancora in crescita (nel 2021 c’era stato un record con il 13,6% in più). Le imprese cercano quindi risposte alle esigenze di semplificazione e minore burocrazia, più infrastrutture su ferro e gomma e incentivi per la crescita e l’indipendenza energetica.
Quest’ultimo tema è sotto la lente. La Lombardia sta affrontando le gare nel settore dell’idroelettrico, che conferiscono al territorio una percentuale elevata, di oltre 30%, di energia rinnovabile. L’utilizzo delle centrali dovrà essere aperto al mercato, si sta procedendo seguendo le scadenze. Inoltre dovrebbero partire i bandi per realizzare in cinque aree le sperimentazioni sull’idrogeno verde, con una disponibilità di 40 milioni derivanti dal Pnrr.
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