Scuole, sanità e abitazioni. Il riscatto dei Comuni parte da qui
La Regione ha premiato dodici progetti che integrano interventi urbanistici con proposta di nuovi servizi e attività a sostegno delle fasce deboli: stanziati 170 milioni di risorse europee
di Giovanna Mancini
3' di lettura
Riqualificare il tessuto urbano delle città, ma al tempo stesso ricucire le ferite sociali, che la pandemia ha reso più profonde. Il progetto di «Sviluppo sostenibile e coesione sociale nelle aree urbane» promosso da Regione Lombardia, che ha di recente annunciato le 12 città capoluogo o con più di 50mila abitanti vincitrici del bando, ha come principio cardine l’integrazione tra questi due obiettivi e si inserisce all’interno di una strategia più ampia di ripresa dalla pandemia, avviata dal presidente della Regione Attilio Fontana ad aprile del 2020 con il Piano Lombardia, che ha stanziato oltre 3 miliardi per opere pubbliche sui territori, con oltre 3mila cantieri già aperti e 400 terminati.
«Gli effetti del Covid stanno avendo e avranno ripercussioni non soltanto sul contesto economico del nostro territorio, ma anche su quello sociale, perché la pandemia ha aggravato le difficoltà e le fragilità sociali – spiega l’assessore regionale agli Enti locali, montagna e piccoli comuni Massimo Sertori –. Questo bando, con cui la Regione anticipa 170 milioni di risorse europee della programmazione 2021-2027, a valere sui fondi Fesr e Fse, punta a recuperare e valorizzare alcune aree degradate delle città, stimolando investimenti materiali in edilizia, ma anche e forse soprattutto investimenti immateriali, per lo sviluppo di comunità locali e forme di collaborazione di cui mai come in quest’ultimo anno abbiamo compreso la necessità e sentito la mancanza». Le risorse per il progetto sono separate rispetto a quelle del Piano Lombardia, ma il bando si muove nella stessa direzione, precisa l’assessore.
Da Milano a Bergamo, da Mantova a Pavia, fino a piccoli centri come Legnano o Gallarate, sono 12 i Comuni (su 17 candidature pervenute) che saranno interessati dagli interventi oggetto della Manifestazione di interesse coordinata dalla Regione in collaborazione con il Politecnico di Milano. Uno dei principali elementi di novità, come ha spiegato il presidente Fontana alla presentazione dei progetti vincitori, consiste «nell’integrare fondi europei diversi e utilizzarli insieme ai Comuni, condividendone gli obiettivi strategici con un filo conduttore che va in una doppia direzione: recuperare, ricucire parti delle città dove ci sono aree che possono essere rigenerate e interventi di coesione sociale».
Ci sono due aspetti particolarmente significativi e innovativi di questo progetto, spiega il professor Gabriele Pasqui, responsabile del Dipartimento di Architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, che ha coordinato il progetto per conto dell’ateneo: «Il primo è di metodo, cioè la scelta di costruire i contenuti della programmazione 21-27 attraverso una forte collaborazione con i Comuni, sulla base delle strategie preliminari da essi presentate. Quindi i contenuti programmatori non sono stati calati dall’alto dalla regione, ma sono stati costruiti coinvolgendo le città». Il secondo sono i contenuti stessi, aggiunge Pasqui, elaborati tenendo conto sia dei problemi delle aree urbane enfatizzati dal Covid, ascrivibili a diseguaglianze economiche e sociali, sia a una dimensione di sostenibilità, sociale e ambientale. «La Regione, con il nostro aiuto, ha proposto ai Comuni di identificare alcuni luoghi, quartieri o aree particolarmente disagiati, concentrando un intervento per sviluppare un progetto integrato, con azioni materiali e immateriali», aggiunge il professore. Quindi: interventi di ristrutturazione di una scuola, di riqualificazione di un polo sanitario o di valorizzazione abitativa, affiancati però da azioni sociali come l’investimento sulla formazione o lo sviluppo con le comunità locali di azioni di supporto e tutela delle fasce più deboli della popolazione.
Tre gli assi fondamentali attorno a cui si articolano i 12 progetti vincitori: scuole, servizi socio-sanitari e socio-assistenziali, abitazioni. Ai Comuni è stato chiesto di far lavorare assieme, su questi temi, i diversi uffici delle loro amministrazioni. «Si tratta di una filosofia coerente con l’approccio che si sta sviluppando in molte città italiane ed europee – osserva Pasqui – che guarda alla ripresa post-Covid in una chiave di sostenibilità ambientale, ma anche di superamento dei problemi di diseguaglianza sociale».
Non si tratta dunque (o non si tratta soltanto) di progetti urbanistici in senso stretto, ma di progetti che all’aspetto urbanistico integrano la proposta di nuovi servizi, attività e funzioni, a sostegno alle fasce deboli. Nella direzione di uno sviluppo sostenibile che rimette al centro le persone.
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