ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’analisi di LHH

Servono manager della moda e dell’energia

Società Gruppo Adecco

di Claudio Tucci

Moda e lusso. Quest'anno per il settore è stimata una ripresa a doppia cifra

3' di lettura

Nel Lazio va forte la richiesta di sviluppatori software, analisti e sistemisti, programmatori, energy manager, esperti in economia-finanza e nelle gare, e di figure legate al mondo del farmaco. In Toscana si va a caccia di “super tecnici” per la manifattura made in Italy, a cominciare dal settore della moda e del lusso, stimato quest’anno in ripresa “a doppia cifra”. In Emilia Romagna il mercato del lavoro delle figure apicali e di middle management guarda in prima battuta ai professionisti in ambito di controllo di gestione e di marketing strategico, anche per spingere l’export che sta riprendendo con vigore. E se Umbria e Abruzzo sono ancora in “terra incognita”, tiene l’edilizia (responsabili costruzione, architetti, ingegneri edili), mentre sono in affanno altri importanti settori manifatturieri soprattutto per via dei rincari delle materie prime (e quindi richiedono meno professioni di middle managament), in Molise e Marche l’industria è in ripresa, con una ricerca di tecnici della gestione dei processi produttivi e in ambito It (caratteristica un pò comune in un Paese, seconda potenza industriale d’Europa, settima nel mondo, alle prese con la rivoluzione Industria 4.0 e una costante digitalizzazione sia dentro sia fuori le fabbriche).

Insomma, nell’Italia del Centro l’occupazione per i profili cosiddetti “medio-alti” mostra segnali di vivacità, come emerge dall’approfondimento realizzato per il nostro giornale da LHH, la società del Gruppo Adecco specializzata nel settore del recruiting di questi talenti. Nel 2022 in queste sette regioni sono stati inseriti quasi 1.300 profili tra middle e top manager; numeri sostanzialmente in linea con quelli registrati in questi primi mesi del 2023.

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Certo, inflazione, rincari finanziari e gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina stanno pesando sul tessuto produttivo. Ma le previsioni economiche per il 2023 sono tutto sommato positive, e il mercato del lavoro lo conferma, complice anche le riorganizzazioni in atto in diverse aziende in uscita dagli anni più duri della pandemia e con un ricorso ancora ampio allo strumento dello smart working (l’osservatorio del Politecnico di Milano parla oggi di tre milioni di lavoratori da remoto).

La richiesta dei profili di middle management e apicali sconta anche i primi effetti Pnrr (con l’aumento di selezioni di esperti da affiancare alle amministrazioni pubbliche); mentre la riduzione dei alcuni bonus fiscali stanno rallentando il settore dell’edilizia, che comunque resta tonico. C’è poi il nodo “mismatch”: nel Lazio, ad esempio, c’è una ampia richiesta di esperti di cybersecurity: LHH ha registrato un aumento del 45-50%, ma con crescenti difficoltà di reperimento del personale necessario. Sempre nel Lazio è boom per gli esperti in sostenibilità, con una crescita del 30% (in questo territorio è stata aperta una practice LHH dedicata proprio alle figure legate al mondo della sostenibilità).

L’Umbria, che presenta un tessuto manifatturiero importante, mostra luci e ombre. L’areospazio sta vivendo una importante carenza di materie prime, e c’è una flessione per la domanda di responsabili di impianti e di produzione. Numeri positivi invece per l’edilizia, come nelle Marche, dove si va a caccia di ingegneri, architetti, designer, ma anche di responsabili finanziari e commerciali. In Abruzzo le aree ancora in affanno sono qualità, acquisti e produzione. Ma il mercato del lavoro sta reggendo, con l’It che “invade” i siti produttivi (IoT) e questo fa crescere la richiesta di nuove competenze specifiche. In Molise c’è una buona ricerca di tecnici in campo ingegneristico, informatico e delle telecomunicazioni. In Toscana va bene la richiesta di professionisti in ambito medicale, tecnologico e manifatturiero, oltre che del tessile-moda-calzatura. Buona la crescita, sempre secondo l’analisi LHH, nei comparti alimentare e turistico, dove si va a caccia di profili (responsabili logistica, export manager) per spingere la conquista dei mercati esteri e di sviluppatori ed esperti It per la forte digitalizzazione che sta vivendo tutto il settore turistico.

Una spinta all’export che contraddistingue, in questo periodo, anche l’Emilia Romagna, dove è in atto una ristrutturazione delle aziende con figure professionali esperte in marketing strategico per definire interventi di medio-lungo periodo (nel periodo Covid si puntava di più sul marketing digitale a supporto delle vendite).

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