Intesa, su settimana corta e smart working 40mila adesioni. Accordo con i sindacati
Dopo la rottura delle trattative della fine dello scorso anno, ieri è stata raggiunta l’intesa «per definire norme collettive a tutela di lavoratrici e lavoratori», dice il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni
di Cristina Casadei
I punti chiave
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Sul lavoro flessibile, Intesa Sanpaolo e i sindacati (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) hanno trovato l’accordo che regola, tra l’altro, lo smart working, la settimana corta con distribuzione dell’orario su 4 giorni per 9 ore al giorno, la flessibilità in entrata e in uscita e la disconnessione.
L’allargamento dello smart working nelle filiali
Con l’accordo sindacale che è stato siglato ci sarà un allargamento dei perimetri dei lavoratori che potranno aderire al maxipacchetto di flessibilità. Partirà infatti la sperimentazione dello smart working in oltre 280 filiali della Banca dei Territori e della Divisione Private, dando così maggiore possibilità di fruizione alle persone. Verrà inoltre aumentata l’indennità di buono pasto a 4,50 euro al giorno per le giornate di lavoro agile da casa. In particolare lo smart working di Intesa prevede 120 giornate all’anno, con la possibilità di salire a 140 per alcune lavorazioni. Sulla settimana corta, saranno 40 le filiali di grandi dimensioni della Banca dei Territori dove potrà essere applicata la nuova distribuzione oraria, che prevede una riduzione settimanale da 37,5 a 36 ore, a parità di retribuzione secondo le esigenze tecnico-operative dell'azienda e quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro.
La sperimentazione della settimana corta allo sportello
Da novembre ci sarà un ulteriore allargamento della sperimentazione della settimana corta per il personale di oltre 250 filiali di piccole dimensioni che potranno richiedere e fruire volontariamente della distribuzione oraria 4 per 9, nel giorno di chiusura della filiale, ricompreso tra martedì, mercoledì e giovedì.
L’orario flessibile in entrata e uscita
Prosegue anche la possibilità di utilizzare un’elasticità di orario in entrata che consente di iniziare l’attività lavorativa tra le 7 e le 10 con relativo spostamento dell’orario di fine lavoro, sia nel caso di smart working sia nel lavoro in presenza, in tutte le modalità di lavoro.
In pochi mesi 40mila adesioni
Secondo quanto riferisce la banca, le nuove misure hanno trovato una forte adesione tra i lavoratori. Dal 1° gennaio quando le nuove misure sono state avviate, hanno aderito al nuovo lavoro flessibile 40mila persone pari a circa il 70% di chi poteva essere abilitato prima dell’accordo sindacale. Alla settimana corta hanno aderito più 17mila persone, pari al 60% del personale full time delle strutture di governance e di 12 grandi filiali..
Le tutele collettive per il lavoro che cambia
L’accordo è importante perché «definisce norme collettive a tutela di tutte le lavoratrici e dei lavoratori del gruppo», dice Lando Maria Sileoni, il segretario generale degli autonomi della Fabi, la principale organizzazione del credito che terrà il suo congresso dal 12 al 16 giugno a Roma. Nonostante alla fine dello scorso anno per il sindacato i tempi non fossero maturi per arrivare a un accordo e ci fossero ancora alcune questioni da sviluppare, soprattutto relative ai lavoratori delle filiali, «un costruttivo dialogo con il vertice della banca - dice Sileoni - non è mai venuto meno e occorre quindi ricercare ogni soluzione, contrattualmente percorribile, che tenga conto di una organizzazione del lavoro che sta radicalmente cambiando. Vanno profondamente tutelate le condizioni professionali e personali delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo interessati alla settimana corta e allo smart working». Dato il valore, anche politico dell’accordo per il settore - e non solo - per Sileoni è necessario «preservare e migliorare la prospettiva professionale di tutte le lavoratrici e dei lavoratori di tutti i gruppi e di tutte le banche italiane, e agire, quindi, con lungimiranza, dimostrando, concretamente, quella capacità di gestire i profondi cambiamenti in atto nel settore bancario».
La soddisfazione del sindacato
Paolo Citterio della Fabi sottolinea che «raccogliendo il contributo dei tanti colleghi che hanno partecipato alle recenti assemblee» questo accordo «consente di superare i contratti individuali, ribadendo quindi che gli accordi collettivi sono il modo migliore per gestire i grandi cambiamenti della banca in un contesto in continua evoluzione». L’intesa, dice Domenico Iodice, segretario nazionale First Cisl, è innovativa «perché guarda al futuro, e individua nelle tutele del contratto nazionale e nel ruolo della contrattazione collettiva le garanzie di una ‘transizione giusta', rispettosa del ciclo di vita delle persone del lavoro». In questo modo, per Roberto Malano della Fisac Cgil, «abbiamo confermato e regolato l’utilizzo di entrambi gli strumenti sulle strutture centrali e abbiamo esteso in modo molto consistente le previsioni in favore della rete, seppure ancora in via sperimentale. Abbiamo così definito un percorso che dovrà portare al pieno coinvolgimento di tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo». Per Massimiliano Pagani e Simona Ortolani della Uilca, l’accordo «valorizza il percorso già avviato in un tempo in cui il lavoro agile non era ancora disciplinato dalla normativa e l’esperienza maturata all’interno del gruppo». Il segretario generale di Unisin/Confsal, Emilio Contrasto, aggiunge che «l’intesa risolve gran parte dei problemi che ne avevano impedito la sottoscrizione lo scorso dicembre, migliorando le previsioni normative ed economiche».
Il rinnovo del contratto Abi
L’accordo tra Intesa e i sindacati arriva proprio mentre sono in corso le assemblee dei lavoratori sulla piattaforma che i sindacati presenteranno ad Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, dove c’è una richiesta di riduzione dell’orario a 35 ore settimanali e di aumento di 435 euro. E questo, per i sindacati, è di buon auspicio. «È chiaro che avendo presentato una nuova piattaforma contrattuale che tende a garantire le migliori tutele alle lavoratrici e ai lavoratori - afferma Sileoni - proprio in una fase di riorganizzazione del lavoro nei gruppi e nelle singole aziende, diventa fondamentale definire in ogni gruppo bancario tutta una serie di norme che prevedano non solo tutele lavorative, ma anche norme a difesa della vita personale di ogni bancario. La priorità, anche in una fase così delicata di cambiamento di ogni gruppo bancario, resta il mantenimento di tutti i posti di lavoro e la creazione di nuova occupazione».
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