Software, realtà aumentata e social I musei riaprono in versione tecno
Il Museo del ‘900 si affida alla piattaforma Emma, i Civici di Venezia accanto alle visite propongono l'approfondimento online. App e percorso multimediale con l'iniziativa Attenti al lupo
di Valeria Zanetti
3' di lettura
Sempre più digitali ed ipertecnologici, i musei del post Covid si reinventano per attirare il pubblico che ha perso la consuetudine alle visite e ha invece imparato ad approcciare l’arte, l’archeologia o la scienza da Pc e smartphone.
C’è chi punta a migliorare la permanenza all’insegna della sicurezza, chi affianca l’apertura fisica alla fruizione online, che tanto successo ha avuto durante i lockdown o promuove progetti multimediali per aggiornare il proprio linguaggio. Per tutti l’emergenza sanitaria ha portato ad un approccio a tempi di record con la tecnologia, che continuerà a rappresentare un plus.
A Mestre, il Museo del ‘900 si affida all’innovativa piattaforma museale Emma (electronic museum management analytics), sperimentata al Federico II di Jesi, e al modulo Simpa (sensor intelligent museum positioning analytics) per la gestione dei servizi di biglietteria, prenotazioni, bookshop accessibili anche da desktop o da mobile. Inoltre il sistema di analytics permette di studiare in modo anonimo e aggregato il pubblico, individuando i diversi segmenti e i percorsi prediletti, in modo da orientare i curatori. La localizzazione in tempo reale della posizione dei visitatori consente inoltre il monitoraggio del distanziamento per evitare assembramenti. «La scelta di affidarci alla piattaforma ideata da RnB4Culture conferma l’impegno di M9 nell'innovazione e migliora la qualità dell’offerta culturale in modo da coinvolgere un pubblico sempre più vasto e trasversale», assicura il direttore scientifico, Luca Molinari.
I Musei Civici di Venezia hanno riaperto senza abbandonare i social (facebook, twitter, instagram, youtube) e l’offerta online, arricchita di proposte pensate per essere fruite da remoto e stimolare la visita in presenza. Il direttore, Gabriella Belli, ha presentato Scrigni Veneziani, nato per festeggiare i 1600 anni della Serenissima e che consiste in 30 brevi videoclip, per raccontare la storia degli oggetti più preziosi del patrimonio storico-artistico conservato nei musei cittadini. Un tesoro che cela aspetti curiosi e tratti inaspettati della vita sociale, politica ed economica della città nei secoli.
Intanto le esposizioni nazionali archeologiche di Adria, Fratta Polesine e l’Atestino di Este si sono messi in rete con “Attenti al lupo”, con cui offrono proposte di visita, attrattive per tutte le fasce d’età. Il progetto, ideato da Talea Teatro e Top-Teatri Off Padova, in partenariato con la direzione regionale Musei del Veneto e l’associazione Studio D., sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando “Eventi culturali 2020”, coniuga attraverso la tecnologia linguaggi digitali ed artistici, prendendo le mosse da una leggenda testimoniata dallo storico Strabone e da reperti in mostra.
Il comportamento di un lupo, secondo il racconto, sarebbe all’origine della razza di cavalli venetici, famosissima nell’antichità. Inquadrando, quindi, i marker a forma di orma di lupo nelle sale, i visitatori hanno accesso a una serie di contenuti artistici digitali: performance video di attori in realtà aumentata e clip audio che spiegano i reperti archeologici e la leggenda, esplorando alcuni temi connessi alla natura ostile, alle paure verso l’ignoto o straniero.
Tra tanti siti che riaprono, Casa Museo di Palazzo Maffei, in piazza Erbe, nel cuore di Verona, inaugurata a febbraio 2020 e visitabile solo per circa un mese, rinvia all’autunno e mantiene il contatto con il pubblico attraverso i social.
La Casa Museo, frutto della passione collezionistica dell'imprenditore Luigi Carlon, raccoglie oltre 350 opere, tra cui quasi 200 dipinti, sculture, disegni e un'importante selezione di mobili d’epoca, vetri antichi, ceramiche, argenti, volumi rari. «Al momento è in corso il restauro del secondo piano del palazzo, che sarà adibito in parte ad esposizione e in parte a servizi. Rinviamo l’apertura anche nella speranza che in autunno si possa accedere ai musei senza prenotazione, spesso troppo vincolante per il pubblico», afferma Vanessa Carlon, direttore della Fondazione. «Per mantenere il filo diretto con i visitatori realizziamo prodotti culturali con linguaggi diversi, in collaborazione anche con l’università locale e con il drammaturgo Luca Scarlini», racconta.
I followers non mancano: 7mila su Facebook e oltre 6mila su Instagram. «Siamo attivi su Youtube e valutiamo l’approdo su TikTok per raggiungere e dialogare con i più giovani in vista della ripartenza e dell’attivazione dell’attività laboratoriale», conclude.
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