Sostenibilità e tecnologia sofisticata per le nuove Lexus elettriche e ibride
Il brand di lusso di Toyota punta ad aumentare le vendite fino a un milione di esemplari all’anno entro il 2030. Nelle ultime settimane ha lanciato una raffica di novità: la quinta generazione del suv RX, la NX seconda serie e la full electric RZ
di Nicola Desiderio
3' di lettura
Un milione di auto all'anno nel 2030, e tutte elettriche in Europa, prima che i pistoni spariscano nel 2035. Lexus vuole fare quello che anche altri dicono, ma in maniera più graduale facendo leva su una solida e profonda tradizione nell’elettrificazione, dalla RX 400h del 2004 fino ai nostri giorni in cui, sulle 760mila unità che la consacrano a quarta forza mondiale del premium, le 72mila vendute in Europa al 96% hanno un motore elettrico e una batteria.
È però arrivato il tempo di aumentare le dosi di elettroni ed ecco allora la nuova NX che affianca per la prima volta il full-hybrid (4 cilindri 2.5 elettrificato da 244 cv) un sistema ibrido plug-in che, grazie alla batteria da 18,1 kWh, assicura un’autonomia in elettrico di 69 km e consumi di 0,9-1 litri/100 km pari a 20-26 g/km di CO2. Il powertrain (così come la piattaforma Ga-k) è ripreso da quello della Toyota Rav4 con un pugno di cavalli in più (309 cv contro 306 cv) e una diversa gestione dei tre motogeneratori elettrici (due anteriori e uno posteriore) per avere una dinamica di guida diversa, più orientata a quella “driving signature” che Lexus vorrebbe per sè dandosi una nuova riconoscibilità grazie alle qualità stradali. L’elettrificazione dunque non solo per l’efficienza, ma per aggiungere emozioni ad un marchio che ha da sempre indugiato sulle ragioni e da tempo ha iniziato un percorso verso l’emotività dei clienti partendo dallo stile.
Da questo punto di vista, emergono nuove tipicità come la calandra a clessidra più alta e sottile in vita, il gruppo ottico posteriore unico e la scritta Lexus per esteso al posto della L nell’ellisse che fu presentata per la prima volta al Salone di Los Angeles nel 1988. Un mossa dunque da intendersi come piccolo gesto di allontanamento, almeno ideale dalle ellissi di mamma Toyota. L’altra grande novità è la quinta generazione di RX che, con i suoi 3,5 milioni di unità vendute, rappresenta praticamente un terzo di tutte le Lexus messe su strada. Dimensioni identiche (4,89 metri), ha proporzioni più dinamiche, pesa 90 kg in meno e ha più spazio all’interno dove sono banditi materiali di origine animale e il posto guida segue l’impostazione tazuna (le redini del cavallo, in giapponese). Non uno, ma tre i sistemi ibridi, tutti con motori 4 cilindri: prevedibili il full-hybrid e l’ibrido plug-in, gli stessi della NX, una sorpresa invece il nuovo sistema ibrido sportivo da 371 cv con motore 2.4 turbo e cambio automatico a 6 rapporti al posto della trasmissione a rotismo epicicloidale.
Dunque addio definitivo e completo all’effetto scooter per avere una risposta immediata all’acceleratore, anche grazie alle batterie Ni-Mh bipolari: non ricaricabili e meno dense di energia rispetto a quelle agli ioni di litio, ma più rapide nell’erogazione di potenza oltre che meno costose, più rispettose dell’ambiente e più facili da riciclare. E per le sensazioni sportive ci sono anche le ruote da 21”, i freni con pinze a 6 pistoncini, l’assetto a controllo elettronico e un retrotreno dotato di 4 ruote sterzanti e di un motore elettrico da bene 80 kW, lo stesso montato sulla nuova RZ, la prima elettrica “nativa” di Lexus (piattaforma e-Tnga). Lunga 4,8 metri, ha un bello stile, 230 kW in totale e una batteria da 71,4 kWh con 96 celle prismatiche ricaricabile fino a 150 kW per un’autonomia di oltre 400 km. Avveniristica la plancia che troverà il suo completamente ideale con la cloche del sistema sterzante by-wire: solo 150 gradi per una svolta completa. Ma questo è solo l’inizio. Nel prossimo futuro ci sono anche una piccola, da posizionare al di sotto della UX, e altri sei modelli elettrici: due hatchback, una berlina media, una convertibile, un suv di grandi dimensioni e una supersportiva con 4 motori, batteria allo stato solido e uno 0-100 km/h in 2 secondi. È destinata a rappresentare una svolta in termini tecnici e di immagine per il marchio, proprio come lo fu la supersportiva LFA nel 2011.
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