Supply Chain Finance: perché in Italia è una strategia fondamentale
Sono sempre più necessarie modalità di accesso a liquidità alternative, che siano adeguate a piccoli importi e allo stesso tempo anche più flessibili
di Antonella Moretto *
4' di lettura
Il Supply Chain Finance è un tema molto discusso ma raramente definito. Noi dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano, impegnati ormai da oltre otto anni con attività di ricerca e divulgazione scientifica sul tema, per “Supply Chain Finance” intendiamo l’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il proprio capitale circolante (crediti, debiti, scorte), facendo leva sul ruolo che essa ricopre all’interno della Supply Chain in cui opera e sulle relazioni con gli altri attori della filiera.
Perché è importante parlare di Supply Chain Finance in Italia? Vi sono due elementi strutturali che è opportuno considerare. In primo luogo, i tempi di pagamento dei debiti commerciali, benché in calo, rimangono ancora estremamente lunghi, attestandosi su un valore medio di oltre 90 giorni. I valori medi a livello di economia complessiva vedono poi differenze rilevanti a seconda della dimensione aziendale, a discapito delle imprese più piccole. Come conseguenza il circolante delle imprese lungo la filiera si gonfia e aumenta l’esposizione finanziaria complessiva.
In secondo luogo, il panorama delle imprese italiane è costituito in larghissima misura da piccole o piccolissime imprese (fatturato meno di 10 milioni di euro) che hanno una maggiore difficoltà intrinseca di accesso al credito tradizionale. Si rendono quindi necessarie delle modalità di accesso a liquidità alternative, che siano adeguate a piccoli importi e allo stesso tempo anche più flessibili.
A questo proposito il Supply Chain Finance si sta affermando come una risposta concreta, soprattutto per piccole e medie realtà. La logica retrostante è semplice: sfruttando i rapporti commerciali di filiera, il sistema finanziario ottiene maggiori garanzie sullo stato delle imprese da finanziarie ed eroga liquidità più facilmente.
Le soluzioni di Supply Chain Finance si distinguono secondo due prospettive di analisi. La prima è relativa alla componente del capitale circolante che mirano a finanziare: debiti commerciali, crediti commerciali o scorte. Esempi tipici di soluzioni adottate per ciascuna di queste tre componenti possono essere:
1) Il Reverse Factoring (per esempio, un cliente di elevato merito creditizio attiva una partnership con un factor per favorire la cessione delle fatture dei propri fornitori, che quindi sfruttano il merito creditizio del cliente) e il Dynamic Discounting (per esempio, una soluzione tecnologica che consente il pagamento anticipato da parte del cliente a fronte di uno sconto da parte del fornitore sull’importo della fattura proporzionale ai giorni di anticipo, concordato dinamicamente per ciascuna transazione) per i debiti commerciali.
2) Il Factoring (cessione di crediti commerciali vantati da un’azienda verso la propria clientela) e l’Invoice Trading (per esempio un “marketplace” per la cessione del credito basato su una piattaforma tecnologica che consente a terze parti con disponibilità di capitali di investire nelle fatture emesse dalle aziende) per i crediti commerciali.
3) L'Inventory Financing (finanziamento di breve delle scorte attraverso una linea di credito) per le scorte.
La seconda prospettiva riguarda, invece, il ricorso alla tecnologia: alcune soluzioni sono presenti sul mercato da numerosi anni anche prima dell’avvento delle tecnologie digitali, si pensi all’Anticipo Fattura o al Factoring, ma grazie alla maggiore digitalizzazione hanno assistito ad una nuova crescita; altre soluzioni, invece, sono nativamente digitali, si pensi al Dynamic Discounting e all’Inventory Financing menzionate sopra, e necessitano quindi necessariamente di un ampio ricorso alla tecnologia, senza la quale non sarebbero né sicure né sostenibili.
Il connubio tra soluzioni di Supply Chain Finance e tecnologia ha portato ad alcuni fenomeni a cui si è assistito negli ultimi anni. In primo luogo, si è notato un circolo virtuoso nel ricorso alle tecnologie, soprattutto da parte delle piccole e medie Imprese, che hanno incrementato il proprio livello tecnologico nei propri processi e quindi l’efficienza complessiva che ne deriva. In questa prospettiva, l’obbligo della fatturazione elettronica ha sicuramente agevolato ampiamente il ricorso a queste soluzioni.
Un secondo aspetto riguarda gli attori che si sono affacciati su questo mercato. La leva tecnologica ha permesso a nuovi attori Fintech, a piattaforme digitali, a Payment Service Provider di affacciarsi a questo mercato, con una maggiore offerta disponibile e soprattutto delle soluzioni create appositamente per rivolgersi al mercato delle Pmi, più bisognoso di liquidità e di supporto. Questi attori sono spesso portatori anche di soluzioni nuove e innovative, che vengono offerte frequentemente in partnership tra operatori Fintech e mondo bancario tradizionale.
Un terzo aspetto rilevante, fortemente correlato al precedente, riguarda la riduzione del taglio medio, in termini sia di dimensione aziendale sia di fatture da scontare, che possa affacciarsi a questo mercato. La digitalizzazione, infatti, riduce i costi di processo, facilita i controlli e riduce quindi il rischio; tutto ciò rende conveniente e fattibile adottare soluzioni di Supply Chain Finance anche in casi in cui i volumi transati non sia molto elevati, come avveniva fino a qualche anno fa, e che quindi escludevano da questo mercato molti attori.
Un quarto aspetto riguarda la possibilità di coniugare le soluzioni di Supply Chain Finance con ulteriori informazioni rilevanti di filiera. Un esempio che sta diventando sempre più concreto riguarda il connubio con i criteri Esg (Environmental, social and governance), per permettere di valutare i fornitori considerando anche le loro prestazioni di sostenibilità, assicurando una valutazione sempre più accurata del rischio dei singoli attori e permettendo un maggiore monitoraggio delle prestazioni sostenibili lungo la filiera.
Infine, un ultimo aspetto riguarda la possibilità di estendere le soluzioni di Supply Chain Finance oltre il primo livello di fornitura, perseguendo modalità che prendono il nome di “Deep Tier Financing” e permettendo una vera e propria gestione della liquidità lungo la filiera. Tutto ciò per essere sfruttato adeguatamente richiede competenze adeguate, da parte delle diverse funzioni aziendali e dei diversi attori, e soprattutto collaborazioni, lungo la filiera e tra attori parte di questo ecosistema.
* Professoressa Associata di Supplier Relationship Management, Politecnico di Milano
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