STRATEGIE

Supply Chain resiliente per ottimizzare efficienza e soddisfazione del cliente

Il consumatore viene soddisfatto solo se la catena a monte è robusta, efficace, resistente e supporta il mantenimento della promessa commerciale

di Alberto Salini *

(REUTERS)

4' di lettura

Per molto tempo la Supply Chain è stata identificata con la sola funzione logistica di trasporto e stoccaggio, ma oggi il concetto va rivisto in un’ottica di integrazione dove i processi di acquisto, produzione e distribuzione di prodotto e servizio sono parti di un unico ingranaggio il cui scopo è generare connessione e valore lungo tutta la catena, per soddisfare clienti e mercati. “Sono bastati pochi mesi per cambiare tutto” … “Non torneremo più come prima” … “È iniziata una nuova era”… , ecc.

Gli slogan per provare a definire i cambiamenti di questo periodo non hanno fine e tutti provano a definire un nuovo scenario complessivo, un nuovo contesto sociale, un nuovo modo di affrontare le operations della nostra vita quotidiana dando per scontato che questo periodo pandemico globale abbia definito un solco irreversibile tra prima e dopo.

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Tutti gli indicatori socio-economici ci portano in questa direzione e lo sport comune in questo periodo è rilasciare interviste, fare convegni, studi e ricerche con l’obiettivo di individuare la ricetta miracolosa, identificare i paradigmi del futuro, essere i primi a capire dove andremo. Ma la pandemia ha dimostrato chiaramente che non è tanto importante capire esattamente cosa succederà, obiettivo peraltro difficilmente se non impossibile da raggiungere, quanto piuttosto attrezzarsi per essere pronti ad affrontare al meglio quello che succederà, che si tratti di una crisi sanitaria globale o di una emergenza di sicurezza locale.

Come insegnano non solo le migliori teorie di project management ma anche le esperienze di vita quotidiana è impossibile pianificare e prevedere tutto e diventa quindi essenziale dotarsi di strumenti che ci aiutino ad essere reattivi per adattarci il più rapidamente e meglio possibile alle situazioni impreviste. Il periodo di lock-down ha inoltre stimolato, e in molti casi obbligato, nuovi comportamenti sociali e individuali, anche per la gestione di attività quotidiane alle quali non eravamo abituati a dare tanto peso : pensiamo alla spesa delle famiglia, con negozi chiusi, code interminabili e strumenti di prenotazione, anche on-line, sviluppatisi in pochissimi giorni.

In questo scenario è improvvisamente esploso il fenomeno dello shopping on-line, facendoci recuperare parte del gap che negli anni avevamo accumulato rispetto ai paesi europei e non solo. L’Osservatorio del Politecnico di Milano sulla Contract Logistics ha recentemente confermato come la Supply Chain, ed in particolare il sotto-processo il cui perimetro si definisce “Logistica”, sia diventata un pilastro di supporto per la “resistenza” economico-sociale del Paese prima e leva di rilancio e crescita in recupero post-pandemico poi.

Anche in questo caso esempio eclatante è Amazon, non solo per l’esplosione di volumi e ricavi a conferma di un trend già ampiamente intrapreso ben prima della pandemia, ma anche e soprattutto per la capacità di adattarsi con rapidità al mutamento delle richieste e delle aspettative dei consumatori se non addirittura ad immaginarne ed anticiparne i bisogni: dalle nuove modalità di consegna alla frequenza di revisione del catalogo prodotti Amazon è diventata punto di riferimento per la ricerca di qualsiasi bene per milioni di consumatori italiani.

Nelle grandi città è stato introdotto il servizio di consegna a domicilio in 1 o 2 ore, anche della spesa quotidiana, servizio più efficace di quello che fino a poco tempo fa era considerato il servizio più customer oriented del mercato, quello di prenotazione e consegna dei medicinali in farmacia (la mattina per il pomeriggio) ed anche se l’idea non è del tutto innovativa (come non ricordare la pionieristica esperienza milanese dei primi anni duemila denominata Unora.it) Amazon è riuscita in poco tempo a renderla una commodity per vasti strati sociali di mercato.

Tutto si gioca però sulla capacità di soddisfare il cliente. Il mantenimento della promessa, dalla qualità del prodotto ai tempi di consegna, è elemento determinante per ottenere questi risultati e la Supply Chain diventa così un driver strategico essenziale: il consumatore può essere soddisfatto solo se l’intera catena a monte è robusta, efficace, resistente e quindi in grado di supportare il mantenimento della promessa commerciale.

Ecco quindi che la costruzione di una Supply Chain resiliente, supportata da una Governance centralizzata e con pieni poteri sull’intero processo end-to-end dalla pianificazione operativa alla consegna finale, diventa lo strumento chiave per essere pronti ad affrontare quelle situazioni impreviste che sfuggono alla nostra capacità predittiva. Si tratta dunque di ripensare la Supply Chain secondo nuovi paradigmi di management, con una forte Governance ed un solido piano di business continuity, supportata da strumenti di risk management che consentano di identificare i migliori trade-off tra scelte con benefici quick win e alternative con contingency a protezione degli effetti di eventi black swan.

Consolidare la Supply Chain e rafforzare i 4 drivers chiave che le aziende dovrebbero adottare per essere resilienti (i.e. equilibrio, flessibilità, collaborazione e digital transformation) è la sfida per manager e aziende con approccio proattivo e pronto alle sfide future. Interventi mirati sui singoli driver e supporto alla visione end-to-end grazie alla condivisione delle esperienze è dunque la strada virtuosa verso una Supply Chain resiliente in grado di ridurre difficoltà operative, errori, tempi, costi ed inefficienze.

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