Tim chiude le sedi il venerdì: per 32mila lavoratori 3 giorni di smart working a settimana
Siglato l’accordo con i sindacati che prevede sempre il lavoro agile l’ultimo giorno della settimana per garantire efficientamento energetico, taglio delle emissioni di CO2 e una più stabile organizzazione del lavoro a casa e in ufficio
di Cristina Casadei
I punti chiave
4' di lettura
Il venerdì sarà il giorno dello smart working per 32mila dipendenti del gruppo Tim (sono 42mila in Italia). L’accordo sindacale che la società ha siglato con i sindacati prevede un’organizzazione in cui 2 giorni di lavoro sono in presenza e 3 giorni sono da remoto. Uno di questi 3 giorni sarà sempre il venerdì. Questo consentirà la chiusura delle sedi il venerdì per garantire efficientamento energetico, taglio delle emissioni di CO2 e una più stabile organizzazione del lavoro a casa e in ufficio.
Il chief human resources e organization officer, Paolo Chiriotti, spiega che in questi mesi è stato portato avanti «un confronto serio e costruttivo con le organizzazioni sindacali», che ha portato a «un accordo che getta le basi per la costruzione di un modello più maturo del lavoro agile. Le nostre persone che lavorano da casa potranno contare su un sistema consolidato di tutele, come il diritto alla disconnessione, e di regole, come le giornate in compresenza, che favoriscono la stabilità aziendale e il miglioramento della produttività.
Inoltre, con l’introduzione della chiusura delle sedi nella giornata di venerdì, mettiamo a segno un importante risultato per l’ambiente e per la conciliazione vita-lavoro dei nostri dipendenti. Su questo fronte l’impegno di Tim non si declina solo nello smart-working: da molti anni l’azienda è impegnata a sostenere le proprie persone attraverso diversi progetti in ambiti che garantiscono un supporto concreto nella gestione delle necessità familiari e questo è uno dei punti cardini del nostro modello di welfare».
Da 2 a 3 giornate di smart working
Entrando nel merito dell’accordo, avrà una durata di 13 mesi (dal 1° febbraio 2023 al 29 febbraio 2024) e riguarderà circa 32mila dipendenti del gruppo. Con la chiusura delle sedi il venerdì, si passerà da 2 a 3 giornate di smart-working: ciò consentirà ai dipendenti di pianificare meglio le proprie attività extra-lavorative, di rafforzare la co-presenza fra colleghi in ufficio negli altri giorni della settimana e di realizzare l’efficientamento energetico e la relativa riduzione di emissioni di CO2. Visto che la società a Roma ha 12mila dipendenti, mentre a Milano 3.700, l’impatto dell’accordo sarà molto rilevante perché ridurrà il pendolarismo dei lavoratori della società del 60%.
La modalità giornaliera e quella settimanale
Ci saranno due modalità di lavoro agile, giornaliero e settimanale, in base al diverso grado di autonomia, alla possibilità di organizzare il lavoro per obiettivi e al diverso regime orario. Il modello giornaliero si applica agli ambiti organizzativi caratterizzati da attività per obiettivi con adeguato livello di autonomia e flessibilità oraria e prevede 2 giorni in sede e 3 in lavoro agile. Il modello settimanale, invece, si applica agli ambiti organizzativi in cui le attività svolte sono etero-organizzate, non consentono di organizzare il lavoro per obiettivi e dove è indispensabile garantire il presidio in specifici archi orari: in questo caso è prevista una settimana di quattro giorni in sede e una settimana in agile.
Il welfare per la conciliazione
Il nuovo accordo della società si inserisce all’interno del più ampio modello di welfare di Tim, che prevede diverse iniziative a sostegno della genitorialità e della famiglia, tra cui i rimborsi per le rette della scuola d’infanzia e materna, i soggiorni estivi e le borse di studio all’estero, e programmi dedicati al benessere e alla salute fisici e mentali, alla prevenzione e alla diffusione di corretti stili di vita.
La scommessa su un nuovo modello organizzativo
Molto soddisfatti i sindacati che per lunedì 28 novembre dovrebbero essere convocati da parte della presidenza del Consiglio sul tema della rete unica e di Tim. Per Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil, «è un accordo che conferma la volontà delle parti di scommettere su un nuovo modello organizzativo. Si tratta di un modello equilibrato, che dà risposte importanti in termini di conciliazione vita/lavoro e garanzie per la gestione di situazioni personali complicate. A legislazione vigente gli accordi fra le parti, non obbligatori, sono comunque una buona notizia che conferma, pur nella complessità di questi temi, la volontà di costruire modelli organizzativi condivisi».
«Abbiamo evitato l’unilateralità aziendale, raggiunto il giusto equilibrio tra presenza e lavoro da remoto, massima attenzione verso i caregiver, il rispetto di chi ha istituti come la 104, la conferma del riconoscimento del buono pasto», commenta Alessandro Faraoni, segretario generale della Fistel Cisl. «Siamo convinti - aggiunge - che tutto è perfettibile ma questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti nelle relazioni industriali e nel dare risposte compiute ai lavoratori nonostante il periodo difficile dell’azienda e del Paese Italia». Per Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl «la definizione di un accordo sul lavoro agile non dovrà essere elemento sostitutivo di altri strumenti che sino ad oggi vengono utilizzati in alcuni settori, quali ad esempio il telelavoro sperimentale ma anche, nella gestione di casi delicati, il telelavoro gestionale per le persone con gravi patologie».
L’incontro di lunedì a Palazzo Chigi
Dopo l’accordo sul lavoro agile, i sindacati guardano avanti, all’incontro di lunedì a Palazzo Chigi. «Il tema di cosa fare su Tim resta ancora nella totale confusione ed incertezza. Stiamo continuando a leggere, ogni giorno, diverse notizie stampa su Tim e sul suo futuro. Il sindacato di categoria ha chiesto ufficialmente, insieme anche ai leader confederali di Uil, Cgil e Cisl, nel primo incontro con il Premier Meloni, un confronto sul ’dossier su Tim’», afferma il segretario generale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo. «Da troppo tempo assistiamo alla confusione più totale da parte dei vari Governi su questo importante capitolo che riguarda una delle aziende più grandi del nostro paese - prosegue il sindacalista -. A prescindere chi avrà la delega politica per seguire questo dossier speriamo che già dall'incontro di lunedì prossimo si possa aprire un confronto costruttivo sul futuro di questa importante azienda. Noi, da sempre, abbiamo espresso la nostra contrarietà a ipotesi di spezzatino di questo Gruppo».
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