Tlc, sciopero generale dei lavoratori indetto per il 6 giugno
I sindacati proclamano una giornata di sciopero per tutti i lavoratori dell'intero settore delle Tlc, al fine di richiamare istituzioni e governo sullo stato del settore e proporre un rilancio del comparto delle telco
di Andrea Biondi
2' di lettura
Sciopero generale nel settore delle Tlc il prossimo 6 giugno. Motivazione: Difesa dei perimetri occupazionali e rilancio del settore delle Telecomunicazioni. I sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno deciso di far incrociare le braccia al lavoratori del settore su tutto il territorio nazionale a eccezione di Trentino Alto Adige e Valle D'Aosta che sciopereranno con le medesime modalità l'8 giugno 2023 per rispetto delle franchigie elettorali.
Le organizzazioni, si legge nella comunicazione con cui da parte dei sindacati è stato ufficializzato lo sciopero, «dichiarano di aver esperito con Assotelecomunicazioni ASSTEL la procedura di raffreddamento con esito negativo il giorno 12 aprile 2023 e con il Ministero del Lavoro il tentativo di conciliazione in data 19 aprile 2023, anche questa con esito negativo».
Lo sciopero generale delle Tlc riguarda un settore che dei buoni rapporti fra sindacati e aziende ha fatto un punto di forza. Problematiche e rivendicazioni da sottoporre alle istituzioni e al governo hanno però assunto i contorni della questione di sistema.
«È uno sciopero – spiega al Sole 24 Ore Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom Uil – per chiedere con forza alle istituzioni l’apertura di un confronto sul futuro strategico di tutto il settore, a cominciare dai problemi che da anni non trovano riscontro: parlo dei call center, del dumping esistente nel settore fino alla vertenza ormai storica sul futuro e sul destino di Tim». Quella che ora è in previsione è dunque «una grande mobilitazione – aggiunge Ugliarolo – che avrà la sua manifestazione più importante su Roma nella speranza di sensibilizzare le istituzioni affinchè si possa aprire un ragionamento che traguardi verso soluzioni in grado di dare prospettive a questo settore importante ma che ha perso miliardi di marginalità e ricavi negli ultimi anni».
«Il 6 giugno – commenta Alessandro Faraoni, segretario generale Fistel Cisl – facciamo lo sciopero del settore tlc e stiamo dialogando con i colleghi metalmeccanici per le ditte appaltanti che lavorano come indotto. Fino ad ora abbiamo riscontrato un “silenzio assordante” del Governo su un settore strategico per la digitalizzazione del Paese.
Abbiamo cercato tutte le interlocuzioni possibili senza ottenere ascolto. È arrivato il momento di agire con immediatezza se non vogliamo un cataclisma occupazionale con decine di migliaia di esuberi. Non è un caso che abbiamo vertenze aperte su Tim, Vodafone, Wind Tre (sciopero previsto il 4 maggio contro il piano di separazione della rete, ndr.), Ericsson per non parlare dei call center che sono allo stremo».
«I lavoratori del comparto – sottolinea il segretario nazionale Slc Cgil Riccardo Saccone – porteranno all’attenzione del Paese la situazione folle di un settore strategico. Assenza di un “progetto Paese”, la distruzione dell’ex monopolista, un mercato basato solo sulla competizione al ribasso delle tariffe, scelte poche lungimiranti delle autorità di garanzia hanno portato al disastro un mercato che nel resto d’Europa continua a garantire occupazione e qualità. Chiediamo che ognuno si assuma le proprie responsabilità, a partire dal Governo e dalle aziende che non hanno brillato in questi anni per lungimiranza e coerenza».
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