Toni, il bartender 4.0 made in Italy, sbarca a Dubai
Il cobot che serve fino a 120 cocktail all’ora progettato da Makr Shakr, start up di Torino, è diventato una delle attrazioni delle navi di crociera Royal Caribbean, di un hotel con vista Duomo a Milano e farà la sua apparizione in un ristorante di lusso a Dubai
di Luisanna Benfatto
3' di lettura
Non è ancora Adam, il protagonista dell’ultimo libro di Ian McEwan “Macchine come me” che può essere scambiato per una persona vera, ha un’intelligenza progressiva - apprende anche quando è in stand-by - prova sentimenti e ha un forte senso della giustizia. Toni però è reale, e prepara a ciclo continuo tutti i cocktail che volete, o almeno quelli del menu della sua App per smartphone, all’hotel TownHouse a Milano. È un cobot (robot collaborativo) dotato di due bracci meccanici: uno mixa gli ingredienti, l’altro prende il bicchiere e serve al bancone.
GUARDA IL VIDEO / Toni, il robot maestro di cocktail che si affitta e parla con la App
2 bracci meccanici per 120 drink all’ora
Grande come una Smart, dal design rinnovato dopo il debutto a Expo, la macchina è in grado di servire 120 drink all’ora miscelando e shakerando 60 varietà di bevande. Progettata da Makr Shakr, start up italiana fondata da Carlo Ratti a Torino, è in servizio a 15 euro ad aperitivo su una splendida terrazza di Piazza Duomo fino a quando la temperatura lo permetterà. Il bar mobile robotizzato verrà poi trasferito in una sala interna sempre sotto la supervisione di un tecnico che lo controlla attraverso una interfaccia su pc, interviene al bisogno per sistemare la meccanica e sostituire le bottiglie esaurite.
Ci vorranno anni prima che Toni prenda il posto dei barman in carne e ossa anche se le previsioni dell’Oxford Martin School, unità di ricerca e politica dell’Università di Oxford, non sono rosee. I bartender hanno 77 probabilità su 100 di essere sostituiti da un sistema automatizzato e i camerieri 94 su 100. Per ora nessuna delle due funzioni è assolta dal robot di Makr Shakr che è oggetto di continue implementazioni. Si sta lavorando a un modello itinerante che si muoverà autonomamente in città cercando i suoi clienti, e un altro che farà caffè e cappuccini.
Se l’ordinazione si può fare attraverso l’applicazione da cellulare, il servizio al tavolo avviene ancora con l’aiuto di una cameriera, mentre le ricette dei cocktail sono pensati dai tre barman professionisti. La griglia di sensori e fotocellule che avvolge Toni non permette l’avvicinamento di un umano fino a processo ultimato, quando il braccio robotico, dopo scenografiche evoluzioni come da scuola, versa nel bicchiere e posiziona la bevanda in una delle 4 postazioni del bancone. Se una persona oltrepassa con la propria mano l’area di sicurezza, il cobot si blocca, e si riattiva solo quando il corpo estraneo esce del campo di protezione.
I replicanti nel mondo e la versione mobile da affittare per gli eventi
Toni non è pensante ma è instancabile, lavora H24 e riceve un voto in stelline dalla App (niente mance, per ora). Ha dei gemelli sparsi nel mondo: quelli più scenografici prestano servizio su sei navi da crociera di Royal Caribbean, altri si esibiscono in un mall a Las Vegas, in un Hard Rock Cafè a Biloxi (Usa), in una discoteca a Praga e prossimamente in un restaurant lounge di lusso a Dubai. Un modello è stato esposto al museo Barbican a Londra durante la mostra “AI: more than human”. Esiste anche una versione mobile battezzata Bruno, che può essere affittato e personalizzato per eventi (era al concerto di Rihanna a Budapest) e feste private. L’ effetto “Wow” è assicurato.
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