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Trasformare il rischio in opportunità per garantire il futuro dell’impresa

La sfida più difficile non è trovare la soluzione nel mondo esterno, ma creare un team interno a supporto del piano strategico designato

di Federico Rebolini *

(AFP)

3' di lettura

Spesso “rischio” è una parola che spaventa e crea le classiche preoccupazioni che si tendono a nascondere come la polvere sotto il tappeto, ma all’interno di un’azienda deve essenzialmente essere una costante sempre presente. Le condizioni createsi negli ultimi periodi hanno messo in serie difficoltà le aziende che questa parola l’hanno spesso ignorata. Dalla pandemia, che ha messo in discussione decenni di strategie, fino al caro bollette, i rischi non hanno dato pace alle imprese, passando dall’essere considerati un remoto caso a eventi frequenti.

Eppure ancora oggi molti addetti ai lavori sottovalutano il problema, ignorando che la situazione possa peggiorare ulteriormente, come se ci fosse una fine del rischio: ma la realtà è ben differente, perché ad ogni rischio che estinguiamo o mitighiamo se ne aprono altri. E il nostro lavoro all’interno della funzione Procurement è monitorare questa evoluzione per poter anticipare le trasformazioni da rischi a danni.

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Ma da dove cominciare? Innanzitutto, cambiamo la parola: “rischio” richiama paura, timori e angosce che qualcosa possa rovinare i piani. Quindi il primo suggerimento è di utilizzare la parola “opportunità”. Spesso sento dire che ad alcuni rischi non c’è soluzione. “quel prodotto lo fanno solo loro”, oppure: “quel servizio così efficiente lo garantisce solo quell’azienda”. Prendo in esame il caso, ci guardo attentamente ed effettivamente può essere così; si realizza che in quel caso non si può gestire il rischio ma posso fare altro, posso gestire l’opportunità cercando di cogliere aspetti totalmente differenti dall’idea iniziale, come per esempio la rimessa in discussione del progetto. Perciò non permettiamo ai rischi di metterci dei limiti, perché i limiti non sono altro che la porta da aprire per le nostre opportunità.

L' altro step importante ritengo che sia quello di mettersi in gioco. Gli acquisti sono l’occhio dell’azienda sul mondo esterno e dobbiamo essere pronti, in primis noi stessi, a prenderci in carico un’attenta analisi e cogliere tutte le opportunità che il mondo sta per offrire, uscendo anche dall’amata comfort zone per farsi promotori di un’iniziativa aziendale.

Infine, al contrario di quanto si possa pensare, la sfida più difficile non penso che sia trovare la soluzione nel mondo esterno, ma sono convinto che sia quella di creare un team interno a supporto del piano strategico designato. Siamo tutti bravi a fare squadra quando l’incendio è divampato, ma non è ciò di cui l’azienda ha bisogno. La squadra deve agire per far sì che l'incendio non cominci nemmeno. La creazione e la motivazione di una squadra interfunzionale sono le basi di partenza per poter gestire i mutamenti che il mondo ci metterà dinanzi.

Inoltre, altro punto fondamentale, il team dovrà anche essere dinamico, perché trovare alternative ai prodotti critici, soprattutto se si lavora in monofornitura, non è possibile senza colleghi del reparto ingegneria e qualità. Sostituire un fornitore critico dal punto di vista finanziario che offre uno specifico servizio non è possibile senza l’aiuto dell’utilizzatore e dell’amministrazione. Quindi non deve essere una squadra delle opportunità statica, ma deve essere in grado di mutare a seconda dell’opportunità che si vuole cogliere.

Una soluzione come la “double forniture” non può arrivare solo dagli acquisti: sottovalutare un problema che può bussare alla porta non deve essere un’attività in secondo piano. Fare in modo che due prodotti siano intercambiabili o che due fornitori possano produrre lo stesso prodotto è un progetto complesso che richiede energie di molti reparti aziendali e, una volta implementato, ha comunque bisogno di un’osservazione continua in modo che al primo campanello d’allarme si sia pronti per intervenire.

Gestire l’effetto leverage è essenziale per la sopravvivenza della filiera. Non è possibile pensare di lasciare il 100% ad un singolo fornitore ed essere pronti ad attivare l’altro da un momento all'altro. Si può perdere potere contrattuale, ma si guadagna in gestione d’impresa, perché concedere qualche punto di sconto sul volume è più conveniente piuttosto che calcolare i fermi produttivi causati dalle difficoltà del singolo fornitore.

Aprire la mente aziendale su queste opportunità non è di certo facile, ma vedo che molti imprenditori iniziano ad essere sensibili all’argomento e questo è un bel segnale per tutti coloro che hanno la voglia e la forza di mettersi in gioco in questo campo: perché va sempre ricordato che una mente chiusa e concentrata sull’operatività quotidiana garantisce un presente stabile, ma una mente aperta garantisce il futuro.

* Partner TheProcuremen

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