SPIRITS

Trend 2021: distillati a zero gradi e cocktail low alcol, un mercato in piena espansione

Previsione di crescita del 400% entro il 2024 per un valore che raggiungerebbe i 500 milioni di dollari. Successo per il rosolio al bergamotto di Italicus che l’anno scorso ha venduto 200mila bottiglie in oltre 40 Paesi con una crescita del 31%

di Maurizio Maestrelli

3' di lettura

Il Mocktail, ovvero drink analcolici o dal contenuto grado alcolico, sembra candidarsi a protagonista del bere miscelato dei prossimi anni. I segnali ci sono tutti: la rivalutazione qualitativa del drink a zero gradi - non più un semplice succo di frutta “macchiato” di sciroppo di granatina - e il conseguente aumento di questo tipo di bevande nelle liste dei bar. Infine le aziende che hanno recepito il trend di consumo in atto e hanno iniziato a rispondere con nuovi prodotti.

L’effetto Covid sul “bere leggero”

È infatti recente il lancio da parte di Diageo, uno dei colossi del settore spirits, di una versione analcolica del celebre Gordon's gin. Stesse botaniche del fratello alcolico, ma immersione in semplice acqua e distillazione successiva. E un altro big player come Bacardi, che ha in portafoglio anche marchi storici italiani come Martini, ha annunciato una previsione di crescita per il segmento “low alcol” del 400% entro il 2024 per un valore in dollari che raggiungerebbe i 500 milioni. Per Bacardi, la previsione è motivata da un'impennata di ricerche di cocktail analcolici o moderatamente alcolici e da un cambiamento delle abitudini tra i consumatori causa lockdown imposti dal Covid-19. Si sta più in casa, si beve prima e si cerca di bere qualcosa di gratificante ma meno impegnativo.In realtà il trend è in atto da qualche anno, anche se in maniera meno visibile, tra i barman italiani più quotati. «Direi che è ora di abbandonare il concetto dei drink analcolici come un ripiego di fortuna a fronte di una richiesta specifica», spiega Mario Farulla, alla guida oggi del lobby bar dell'Hotel Chapter di Roma dopo aver portato il Baccano, altro bar capitolino, nella World's 50 Best Bars. «In realtà questo tipo di drink può risultare molto più complesso, in termini di ricerca del bilanciamento e dell'armonia, rispetto a un cocktail classico. Si può ad esempio ridistillare un cocktail come il Paloma (tequila, succo di lime fresco e soda al pompelmo) e utilizzare la parte non distillata come base per costruire un drink analcolico che abbia le note gustative del Paloma senza ovviamente il grado. Io credo che la scelta di bere analcolico o low alcol debba essere una scelta di gusto non di costrizione, o almeno cerco di lavorare con questa filosofia».

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Il caso di successo del rosolio al bergamotto

Che il mocktail o il drink “moderato” abbia dunque rotto i confini del consumo salutista o legato a fattori diversi è dunque cosa ormai conclamata. E lo si vede anche dalle sempre più frequenti apparizioni di prodotti che si prestano alla miscelazione senza la gradazione di distillati classici come whisky, gin, rum e cognac. Italicus è uno di questi. Nato appena qualche anno fa dall'esperienza e creatività di Giuseppe Gallo, personaggio tra i più noti della bar industry italiana ed ex global ambassador per Martini & Rossi, Italicus è un rosolio di bergamotto da 20% vol. «Nonostante un anno difficile per la chiusura di bar e ristoranti», ha sottolineato lo stesso Gallo, «abbiamo chiuso il 2020 con circa duecentomila bottiglie vendute in oltre quaranta Paesi con una crescita, rispetto al 2019, del 31%». Una performance di tutto rispetto che rappresenta comunque l'ultimo scalino di un percorso tutto in ascesa, tanto che Pernod Ricard ha deciso d'investire nel brand per incentivarne ulteriormente distribuzione e sviluppo nei prossimi anni.

Il no alcol spirtis di Lyre’s

E come Italicus è una case history italiana di successo anche quella di MeMento, nato da Eugenio Muraro nel 2017 come progetto di lavoro a conclusione di un master al Politecnico di Milano e trasformatasi in una start up. All'estero e già sbarcati nel nostro Paese non mancano altri esempi eclatanti: dall'inglese Seedlip, azienda fondata nel 2014 e acquisita da Diageo nel 2019, all'australiana Lyre's Spirits che di prodotti a zero gradi alcolici ne produce diversi: dallo “spirito di canna bianca” al “Dry London Spirit” che ha tutte le caratteristiche del gin a parte, per l'appunto, il tenore alcolico. Per finire con l'Apéritif Rosso, al quale basta aggiungere acqua tonica per ottenere un Americano analcolico, o addirittura il Dry January, di fresco debutto sul mercato e dedicato alla consolidata tradizione anglosassone di rispettare per un mese all'anno, gennaio appunto, l'astinenza dall'alcol. Un'abitudine che si sta allargando anche oltre i confini britannici e che, anch'essa, torna utile alla crescita dei distillati analcolici e dei mocktail.


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