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Triumph Tiger 900 Gt Pro, com’è fatta e come va

È la versione più accessoriata e dedicata al turismo della famiglia delle Tiger 900 del marchio inglese: è comoda, versatile e “cattiva” quando serve

di Gianluigi Guiotto

3' di lettura

Nella corposa famiglia delle Tiger 900 di Triumph (cinque versioni), la Gt Pro (16mila euro) è quella maggiormente votata al turismo. Il modello è stato completamente rivisto nel 2020, a 10 anni dal lancio della Tiger, confermando però le doti sportive che da sempre la contraddistinguono nel panorama delle crossover medie: sotto le vesti di una enduro, la Tiger 900 cela la sportività degna di una naked. Il motore è – come d’obbligo per il marchio inglese – un tre cilindri di 888 cc, Euro 5, reattivo ed esuberante; ora la sequenza di accensione dei cilindri è 1,3,2, scelta per dare più personalità e carattere al propulsore. Cambia anche il rumore in aspirazione, per una tonalità di scarico molto riconoscibile e, aspetto essenziale, una spinta più consistente a un regime più basso. Il risultato finale ai bassi regimi è molto vicino per carattere e sound a un bicilindrico, pur conservando il range di apertura agli alti regimi del tre cilindri. In termini di cifre si parla di una coppia massima di 87 Nm a 7.250 giri (molti Nm sono però disponibili fin dalla prima apertura del gas) e di una potenza massima di 95 cv a 8.750 giri.

In sella

Sulla Tiger ci si siede a un’altezza variabile, con il sistema posto sotto la sella, tra 810 e 830 mm: il contatto a terra è molto buono un po’ per tutti i piloti, grazie anche alla conformazione della sella che si stringe vicino al serbatoio. La posizione di guida è rilassata, con le braccia in posizione naturale e le gambe non troppo piegate, anche per chi è sopra i 190 cm. Tutto appare molto curato (e di serie): leve di frizione e freno regolabili, blocchetti retroilluminati, Tft da 7 pollici ben visibile e con quattro stili e altrettanti colori per personalizzare la gestione dei menù, cruise control, manopole riscaldate e modulo di connettività MyTriumph che permette di collegare lo smartphone per gestire le chiamate, ascoltare musica e grazie alla collaborazione con Google avere la navigazione turn-by-turn. È anche possibile collegare una GoPro e girare video o scattare foto premendo un pulsante del blocchetto di sinistra. Davanti a noi il plexi si regola facilmente con una sola mano su cinque posizioni. Dentro la prima e partiamo.

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Come va

La spinta del tre cilindri è ottima: alle basse andature la moto si governa bene grazie al manubrio largo e alla ruota anteriore da 19 pollici, più reattiva. Nel traffico ci si destreggia molto bene. Unico neo, il calore che arriva sulla gamba sinistra: quando fa caldo potrebbe diventare fastidioso quando si procede sotto i 50 km/h. Buche e pavè non sono un problema: la forcella Marzocchi da 45 mm con corsa di 180 mm, completamente regolabile, e il mono posteriore con escursione di 170 mm assorbono tutto, con il plus della regolazione elettronica per precarico ed estensione selezionabile tra nove livelli di smorzamento, da Comfort a Sport, e quattro di precarico. Tutto si comanda comodamente dal manubrio. A frenare la Tiger pensano (molto bene) le due pinze Brembo Stylema che mordono i due dischi anteriori da 320 mm (dietro c’è un disco da 255 mm): l’unico pegno da pagare è un po’ di beccheggio nelle frenate più brusche, ma è una reazione comune nelle enduro. Grazie all’acceleratore elettronico si possono avere cinque mappe dedicate (ci è piaciuta la Sport, più pronta e senza effetto on-off dell'acceleratore), con altrettante combinazioni d’intervento di Abs cornering e Traction control dinamico grazie alla piattaforma inerziale a sei assi di Continental. Le cambiate beneficiano del Triumph Shift Assist, il quickshifter azionabile sia in scalata sia in salita che permette di cambiare senza chiudere il gas; a ogni modo nel misto si può sfruttare l’elasticità del tre cilindri che riprende bene dai 60 km/h, senza singulti. Nel misto l’avantreno si è dimostrato rigoroso nel seguire le traiettorie e svelto nei cambi di direzione. Il fuoristrada, nonostante l’impostazione della moto, deve essere limitato a qualche strada sterrata per arrivare al mare. Concludiamo con i consumi: abbiamo rilevato una media di 17,4 km/l, valore molto interessante che, considerata la capienza del serbatoio (20 litri), si traduce in un’autonomia di quasi 350 km.

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