Trovare il proprio mentore per camminare sulla strada più giusta
Conoscenza, abilità e competenza sono i tre diversi livelli che consentono di individuare i contesti giusti per mettersi alla prova
di Giulio Xhaet *
4' di lettura
Conosco diverse persone diventate chi sono grazie, in buona parte, alla frequentazione di individui che ammirano, di cui si fidano, dalle quali si sono lasciate ispirare. Per intraprendere la nostra strada sono certamente utili corsi, viaggi, libri da studiare. Ma quando la vostra “scintilla” viene accesa e alimentata da un individuo del genere, l’impatto potrebbe rivelarsi il più dirompente che si possa immaginare. Forse che anche a voi serva un mentore, una persona che scegliete e che vi scelga, guidandovi in questa parte della vostra vita?
Ma facciamo un passo indietro. Cosa significa “mentore”? La parola nasce da un personaggio dell’Odissea: in partenza per la guerra di Troia, Ulisse affidò suo figlio Telemaco alla guida di Mentore, figlio a sua volta del suo caro amico Alcino, che lo guidò nei decenni successivi supportandolo nelle scelte più ostiche. Il nome si diffuse con forza dal diciassettesimo secolo grazie a un romanzo scritto da un arcivescovo francese, François de Salignac de La Mothe-Fénelon. L’arcivescovo era il precettore del giovane erede al trono di Francia, e per lui scrisse Le avventure di Telemaco, come supporto per il suo sviluppo. Il successo dell'opera riportò in auge il concetto di mentore, giunto a noi fino ad oggi.
La storia è piena di grandi mentori. Pensiamo allo stilista francese Yves St. Laurent, assunto nella maison di Christian Dior. Laurent ricordò: “Dior mi affascinava. Mi ha dato le basi della mia arte. Qualunque cosa mi succederà, non dimenticherò mai gli anni passati al suo fianco”. Alessandro Magno ebbe un precettore d’eccezione, Aristotele. Un giorno disse: “A mio padre devo la vita, al mio maestro una vita che vale la pena di essere vissuta”.
Ma anche senza scomodare persone celebri che hanno lasciato un segno così grande, chiunque, anche alla ricerca di una scintilla più modesta, può godere dei benefici di un mentore. Che possono rivelarsi diversi. Se a grandi linee sapete cosa volete fare (magari siete un manager che vuole dare una svolta alla carriera o che desidera cambiare settore), vi serve un mentore-propulsore, che vi aiuti ad agire in profondità. Se non siete sicuri della vostra direzione (magari siete più giovani e vi sentite ancora in balia del vento), vi serve un mentore-innesco, che vi aiuti a ragionare in ampiezza.
Nel secondo caso si parte praticamente da zero. È necessario esplorare. E prima ancora di cercare un mentore, bisognerebbe raggiungere una seppure vaga idea, qualche opzione che vi aiuti a restringere il campo delle possibilità. La generazione di questi primi indizi è una vostra responsabilità: grazie a essi apparirete più responsabili agli occhi del potenziale mentore, e meritevoli di aiuto.
Se il mentore di innesco deve rivelarsi innanzitutto capace di intuire le vostre inclinazioni, il “mentore di propulsione” può muoversi con voi in modo pratico sin dall’inizio, permettendo alla vostra scintilla di divampare in un certo campo, aiutandovi a capire in tempi non troppo dilatati se quella è la vostra strada. Per farlo non è necessario che vi trovi un lavoro retribuito seduta stante: ciò che più conta è la ricerca di contesti in cui mettervi alla prova.
Per arrivarci, ci si può muovere su tre livelli.
1) Il livello della conoscenza, il “sapere”. Siete neofiti, avete solo sentito parlare del settore X, vi trovate a digiuno di informazioni? Il mentore dovrebbe guidarvi nella cernita delle informazioni più utili. Come un info-nutrizionista selezionando le fonti migliori.
2) Il livello dell’abilità, il “saper fare”. Conoscete l'ambito X, ma non vi siete mai cimentati, vi mancano le competenze? Il mentore dovrebbe aiutarvi nella costruzione di una scatola degli attrezzi, consigliandovi corsi, tutorial, strumenti.
3) Il livello della competenza nel settore, il “saper essere”. Una cosa è saper fare una cosa in un ambiente di prova. Un’altra è cimentarsi nel mondo reale, mentre qualcuno ti giudica, e ti trovi in competizione con altri. È il livello più importante, in cui un mentore in gamba può fare la differenza.
E qui entra in gioco il suo network: le persone che conosce. In base alla fiducia che ripone in voi, si attiverà con più o meno motivazione verso personalità rilevanti nell’ambito. Se sapete che il vostro mentore “conta” in quel settore e ha contatti di spicco che potrebbero rivelarsi risolutori per voi, ma non li attiva, evidentemente non nutre abbastanza fiducia nei vostri confronti. In tal caso, chiaritevi.
Qualcuno si chiederà: ma perché una persona così dovrebbe aiutarci, dedicarci del tempo, addirittura prenderci sotto la sua ala? Dipende. Potreste piacergli come persona, magari gli ricordate qualcuno a cui vuole bene, oppure capisce che anche lui/lei ha qualcosa da imparare da voi. In ogni caso, la maggior parte delle persone ricava una grande soddisfazione aiutando gli altri. Anzi, per molti individui “aiutare le altre persone a trovare il loro posto nel mondo” è essa stessa una vocazione, un purpose fatto e finito.
Marianna Tu, Ceo di America Needs You, lancia una riflessione che condivido: celebra le tue vittorie insieme al tuo mentore.“Gli esseri umani sono narratori, tutti e abbiamo bisogno di una narrazione per dare un senso agli eventi della nostra vita. Le coppie che trascorrono il tempo dicendo: questo è il punto da cui siamo partiti, questo è il punto che abbiamo sin ora raggiunto, ed è qui che stiamo andando, rafforzano la loro perseveranza sulle sfide”.
Immaginate il percorso con il vostro mentore, un viaggio che possa arricchire la vita di entrambi, come se foste Telemaco con Mentore, come nel classico “cammino dell’eroe” di ogni grande storia. Bilbo e Frodo con Gandalf, Neo con Morpheus, Katniss con Haymitch Abernathy. Scegliete voi il genere che più amate, e fate divampare la vostra scintilla.
* Partner di Newton Spa
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