ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’eccidio nazista

Fosse Ardeatine: «Trucidati perché italiani», polemica per parole di Meloni. Famiglie vittime: ci fu collaborazione dei fascisti

La premier: «Li ho definiti italiani. Che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani?»

Fosse Ardeatine, Mattarella al Mausoleo per anniversario eccidio

2' di lettura

Nel giorno del 79esimo anniversario dell’eccidio della Fosse ardeatine, quando 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, vennero trucidati dalle truppe di occupazione tedesche, scoppia la polemica politica. A innescarla sono le parole usate dal premier Giorgia Meloni che ricorda i «335 italiani» che furono «barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella».

Una ricostruzione contestata subito dalle opposizioni: «No presidente Meloni: 335 persone non furono trucidate dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine solo perché erano italiani. Perché erano italiani e antifascisti, ebrei, partigiani. Un giorno o l’altro riuscirà a scrivere quella parola? Antifascista» scrive subito su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Cui seguono altre prese di posizione, come quella dell’Anpi: «Certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici» precisa l’associazione nazionale partigiani.

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Poco dopo da Bruxelles il premier ribatte: «Li ho definiti italiani. Che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Mi pare che sia onnicomprensivo storicamente».

Famiglie vittime: ci fu collaborazione dei fascisti

«Siamo apartitici e non usiamo commentare le dichiarazione del presidente del Consiglio. Ma la storia dice che questo eccidio è stato compiuto dai tedeschi con la piena collaborazione dei fascisti che hanno stilato una lista di 50 nomi, dove c’era anche mio nonno Pilo Albertelli. Oltre questo, presero ebrei e antifascisti». Lo dice all’ANSA il presidente dell’associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri (Anfim), Francesco Albertelli. «La storia è questa: mio nonno assieme ad altre 50 persone alle Fosse Ardeatine è stato mandato dai fascisti», ha sottolineato Albertelli.

La cerimonia

In mattinata al Mausoleo delle Fosse Ardeatine si è tenuta la cerimonia alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Guido Crosetto. Sul palco, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la vice presidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli.

Nell’assoluto silenzio, con molta commozione dei familiari presenti, sono stati scanditi tutti i 335 nomi delle vittime della strage nazista. Sullo schermo scorrono i volti in bianco e nero dei martiri.

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