Truffe, il blocco sui prestanome non elimina i contratti
di M.Cap.
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L’ultima notizia è di una settimana fa: un 77enne milanese, dopo un controllo della Polizia locale di Verona, è risultato intestatario di 570 veicoli. I suoi dati sono finiti alla Procura di Milano, che da un paio d’anni sta coordinando indagini in cui sono stati individuati ormai 200mila veicoli di prestanome, in circolazione in Italia e in Europa. Ma proprio la diffusione del fenomeno apre un problema per chi in buona fede vende o acquista veicoli di questi prestanome.
Da quando si è iniziato a indagare a largo raggio sfruttando l’articolo 94-bis del Codice della strada, si è capito che l’unico deterrente reale può essere il blocco anagrafico: le compravendite effettuate da soggetti segnalati dalle forze dell’ordine non vengono annotate da Motorizzazione e Pra. Il problema è che restano gli atti di vendita alla base di queste transazioni. Ciò rende complicati i rapporti fra le parti, se non altro perché quella in buona fede reclama a buon diritto l’efficacia di tali atti. Senza contare che spesso il prestanome non si cura di pagare bolli e multe o di seguire le corrette procedute in caso d’incidente.
Una soluzione potrebbe essere distribuire in via riservata a tutti gli uffici che autenticano le firme sugli atti la lista di chi è soggetto a blocco anagrafico, affinché si possa almeno avvertire la controparte.
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