Tsunami Covid sugli ospedali: mini ripresa nel 2021, ma in due anni persi 3 milioni di ricoveri
Tra i pochi segnali positivi c’è la ripresa di alcuni interventi oncologici come quelli per il tumore della mammella
di Marzio Bartoloni
I punti chiave
3' di lettura
Che il Covid sia stato come uno tsunami per gli ospedali è ormai evidente. Ma leggendo i numeri ufficiali messi in fila sugli effetti della pandemia sulla Sanità si capisce meglio la dimensione dell’onda che ha travolto le altre cure da garantire agli italiani: se nel 2021 c’è stato un mini recupero rispetto al 2020 con 500mila ricoveri in più se si sommano le ospedalizazzioni esce fuori che in due anni di pandemia si sono persi 2,9 milioni di ricoveri.
L’anno scorso comunque si sono segnalate riprese in tutti i reparti ospedalieri ma il saldo resta negativo pressoché ovunque. Tra i pochi segnali positivi c’è la ripresa di alcuni interventi oncologici come quelli per il tumore della mammella. «Recuperare i ritardi dovuti all'emergenza pandemica è una delle mie priorità», ha assicurato il ministro della Salute Orazio Schillaci.
L’impatto della pandemia sui ricoveri
I numeri escono fuori dall’ultimo Piano nazionale esiti appena pubblicato dall’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) su mandato del ministero. I dati fanno riferimento all'attività assistenziale effettuata nell'anno 2021 da 1.377 ospedali pubblici e privati, e a quella relativa al periodo 2015-2021 per la ricostruzione dei trend temporali. L’anno scorso come detto si è registrato un aumento dei ricoveri sul 2020 (+501.158), ma con numeri ancora lontani dai livelli prepandemici: ci sono stati infatti 1 milione e 200 mila ricoveri in meno rispetto al 2019, che si sommano a 1 milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020. «I risultati - spiega l’Agenas - dimostrano in media una tenuta del sistema delle cure ospedaliere, in particolare per quanto riguarda la tempestività di accesso alle cure urgenti e la ripresa di alcuni interventi oncologici come quelli per il tumore della mammella». Resiste però il vecchio male della Sanità italiana e cioè la «grande eterogeneità degli esiti» sia all’interno delle Regioni che tra le Regioni, in particolare tra Nord e Sud
Metà ospedali sotto gli standard per tempestività cure
Secondo il nuovo report il numero di ricoveri urgenti è stato inferiore al valore atteso sulla base di quanto accadeva prima della pandemia: in particolare -10% per l'infarto miocardico acuto (circa 11.300 ricoveri in meno) e -6% per la frattura di femore (circa 5.800 ricoveri in meno). Ancora negative sono le performance sulla tempestività di accesso ai trattamenti urgenti che rimane al di sotto degli standard assistenziali in oltre la metà degli ospedali italiani: la proporzione di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero è stata in media del 50,6%, mentre la proporzione di anziani con frattura di femore operati entro 48 ore è stata in media del 48,6%. In entrambi i casi, la soglia prevista dagli standard ospedalieri è del 60%. La mortalità a 30 giorni da un episodio di infarto si è comunque leggermente ridotta nel 2021 rispetto al 2020 (7,7% vs. 8,4%) riavvicinandosi ai valori del 2019 (7,3%). La mortalità a 30 giorni dal ricovero per frattura di femore è invece rimasta stabile rispetto al 2020 (6,4% vs. 6,6%), ma è comunque più elevata rispetto al periodo prepandemico (5,1% nel 2019).
Parziale recupero per i ricoveri programmati
Per quanto riguarda i ricoveri programmati si registra nel 2021 un parziale recupero sul 2020, ma permane uno scostamento dai livelli precedenti (-16% rispetto al 2019). In particolare per gli interventi di bypass aorto-coronarico isolato, si è registrata una riduzione di 1.900 ricoveri rispetto all'atteso; nel biennio 2020-2021, lo scostamento complessivo rispetto al trend è stimabile in circa 5mila ricoveri. I 2/3 degli interventi sono stati effettuati in strutture al di sotto della soglia prevista dagli standard minimi ospedalieri (200 interventi/anno). In area muscolo-scheletrica si evidenzia invece una significativa ripresa delle attività programmate rispetto al 2020 (soprattutto in ambito privato), con un aumento di 18mila interventi di protesi d'anca e 14mila interventi di protesi di ginocchio. Rimane tuttavia un gap rispetto ai livelli prepandemici: nel biennio 2020-2021, la perdita complessiva rispetto al trend è stimabile in circa 27mila interventi di protesi d'anca e 39mila interventi di protesi di ginocchio.
Segnali di ripresa per l’assistenza oncologica
Per le attività chirurgiche “a ciclo breve” (come la colecistectomia laparoscopica), rimane particolarmente penalizzata la modalità di ricovero in day surgery, in forte ascesa nel periodo 2015- 2019 e che invece si è ridotta nel 2021 del 31% rispetto al trend prima della pandemia. Secondo l’Agenas permane una marcata inappropriatezza in ambito materno-infantile, ad esempio nel ricorso al taglio cesareo: nel 2021, solo il 14,1% delle maternità con meno di 1.000 parti all’anno e il 69,7% di quelle con volumi superiori a 1.000 hanno fatto registrare proporzioni in linea con gli standard ospedalieri previsti. L’assistenza in ambito oncologico come detto ha fatto registrare nel 2021 importanti segnali di ripresa. Ad esempio, le ospedalizzazioni per tumore maligno della mammella, che nel 2020 si erano ridotte dell'11% (circa 6 mila interventi in meno rispetto all'atteso), sono tornate ai livelli prepandemici.
- Argomenti
- ricovero
loading...