Tumore al polmone, pazienti dimessi dopo 48 ore e assistiti con la telemedicina
La gestione in remoto dopo chirurgia robotica consente di ridurre l’ospedalizzazione a due giornate, riducendo le liste di attesa. Il nuovo protocollo, messo a punto e validato dall’Istituto clinico Humanitas, è pubblicato su Cancer
di Francesca Cerati
3' di lettura
Dimessi 48 ore dopo essere stati operati di un tumore del polmone e seguiti da casa con la telemedicina, riuscendo a ridurre a 2 le giornate di degenza ospedaliera rispetto a una media di 5 con la chirurgia tradizionale. È il risultato di un nuovo protocollo messo a punto e validato con uno studio clinico dal team di Chirurgia Toracica dell'Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e pubblicato su Cancer.
«Il protocollo - spiega il suo ideatore e coordinatore, Edoardo Bottoni, chirurgo toracico referente del programma di Chirurgia robotica dell'Humanitas – ha coinvolto pazienti in età compresa tra 18 e 75 anni con tumore al polmone e avviati a un intervento di chirurgia robotica. Tutti avevano un aiuto a casa (caregiver) e si sono dimostrati in grado di interagire con il dispositivo elettronico utilizzato per le televisite. I vantaggi riscontrati sono: miglior recupero dopo l'intervento e minor dolore grazie al supporto da remoto degli anestesisti. I pazienti inoltre hanno confermato la facilità nel seguire le indicazioni del personale medico-infermieristico da casa».
Base del programma, la chirurgia robotica del polmone che, per le sue caratteristiche di mininvasività, favorisce un miglior recupero post-operatorio. Da qui l'idea di seguire a domicilio i pazienti dopo le dimissioni, riuscendo a ridurre anche le liste d’attesa.
«Il programma è iniziato nel 2022 – spiega Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell'Istituto Clinico Humanitas - come risposta alle necessità causate dalla pandemia, che ha spinto gli ospedali a riorganizzare i percorsi per tutelare le persone più fragili, come i pazienti oncologici. Anche in ambito chirurgico, la tecnologia si è dimostrata una soluzione per ridurre la permanenza in reparto, tutelando la sicurezza dei pazienti».
Non ultimo, il protocollo New Eras ha dimostrato la sostenibilità dei programmi di chirurgia robotica in termini sia di costi dei macchinari (in proporzione ai tempi di degenza) sia di rapidità di accesso agli interventi chirurgici per i pazienti.
Come funziona il nuovo percorso operatorio
Prima dell'intervento, il paziente e il suo accompagnatore vengono istruiti nel dettaglio dal personale medico sull'utilizzo del device fornito dall'ospedale. «Si fanno insieme le prove con smartphone e dispositivo elettronico per verificare che tutto funzioni – continua Bottoni -. Il giorno delle dimissioni, generalmente 48 ore dopo l'intervento con la chirurgia robotica, i pazienti rientrano a casa con il drenaggio. Il device consente un contatto diretto con medici e infermieri, utile per il monitoraggio e la gestione del dolore. Nella lettera di dimissioni, oltre a tutte le indicazioni da seguire c'è un numero dedicato per le urgenze o le informazioni».
Una volta a casa, il primo giorno ogni 4 ore, il paziente deve misurare i parametri richiesti: pressione, saturazione, frequenza cardiaca, temperatura. Il drenaggio viene gestito sempre tramite device in televisita con il supporto del medico. Il secondo giorno si misurano nuovamente i parametri. Il terzo o quarto giorno si torna in ospedale per togliere il drenaggio (previa decisione medica in televisita). Segue il normale follow up: medicazione in ospedale dopo due settimane e consegna dell'esame istologico.
Per garantire la sicurezza del paziente è stato predisposto anche un percorso dedicato di Pronto Soccorso per gestire eventuali casi critici, che non sono stati riscontrati. Allo stesso modo, non sono inclusi nel protocollo i pazienti che necessitano di Terapia intensiva, per i quali non è possibile una dimissione in 48 ore.
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