Controlli sul Pnrr, l’Ue frena: «Con l’Italia scambi costruttivi». Fitto: «Il caso è chiuso»
Il ministro chiarisce: «Il lavoro che portiamo avanti con la Commissione è assolutamente in perfetta collaborazione e soprattutto i rapporti dei vertici, cioè della presidente Meloni e della presidente Von der Leyen sono di proficuo e positivo lavoro comune»
I punti chiave
- Ue, «con l’Italia scambi costruttivi sul Pnrr»
- Lo scontro con Bruxelles
- P.Chigi,norme in dl Pa non modificano accordi con Ue
- «Portavoce commissione Ue alimenta polemiche»
- «Con la Corte dei conti tavolo per revisionare Pnrr»
- Le parole del portavoce della Commissione europea
- Cassese, governo ha fatto benissimo su Corte dei Conti
- L’associazione dei magistrati contabili: scudo non ha fondamento giuridico
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L’ Unione europea cerca il dialogo abbassando i toni con Roma ma continua a battere sul tasto dei controlli sul Pnrr, come previsto dal regolamento del Recovery. Sull’altro fronte, il governo tiene il punto sugli emendamenti al decreto Pa dopo aver ampiamente precisato la sua posizione. Una situazione che viene letta come una sorta di tregua, anche grazie alla frenata lessicale di Bruxelles. Lunedì 5 giugno il governo dovrebbe chiedere a Montecitorio un voto dell’aula ponendo la fiducia sul provvedimento. Palazzo Chigi spiega che non ha altro da aggiungere: il documento in otto punti diffuso in risposta alle valutazioni di Bruxelles chiarisce la linea di Roma sul Pnrr e la questione Corte dei Conti. La Commissione cerca dunque di calmare le acque sul pnrr, ma non cambia linea sul tema dei controlli.
Con la Commissione Ue il caso sui controlli al Pnrr «è chiuso», ha detto il ministro agli Affari Europei Raffaele Fitto al Tg1. «La precisazione di ieri» della Commissione, ha aggiunto, «risolve la questione. Il lavoro che portiamo avanti con la Commissione è assolutamente in perfetta collaborazione e soprattutto i rapporti dei vertici, cioè della presidente Meloni e della presidente Von der Leyen sono di proficuo e positivo lavoro comune». Quanto poi alla terza rata, sulla quale è in atto un processo di valutazione, Fitto ha spiegato che «con la commissione Europea siamo in una fase molto positiva e costruttiva che io ritengo si concluderà positivamente senza alcuna difficoltà».
Continua la protesta dei magistrati della Corte dei conti, che hanno convocato un’assemblea straordinaria lunedì 5 giugno con all’ordine del giorno “Iniziative conseguenti agli emendamenti sulle limitazioni delle funzioni della Corte dei conti: controllo concomitante e scudo erariale “.
Ue, «con l’Italia scambi costruttivi sul Pnrr»
In parallelo un portavoce della Commissione europea interpellato sullo stato delle trattative con Roma per lo sblocco della terza rata e le modifiche al piano italiano ha chiarito che sul Pnrr «sono in corso scambi costruttivi» con l’Italia e «le autorità italiane forniscono ulteriori informazioni ove necessario». «Come regola generale - ha poi ricordato -, non commentiamo i disegni di atti legislativi» nazionali, aggiungendo che il regolamento sul Recovery fund «richiede un quadro di controllo su misura e proporzionato alla sua natura unica di programma di spesa dell’Ue».
Lo scontro con Bruxelles
Le parole del ministro e le nuove indicazioni del portavoce della Commissione europea sono giunte a 24 ore di distanza dal botta e risposta tra la Commissione europea e il governo italiano, dopo l’approvazione di un emendamento dell’esecutivo al decreto Pa per limitare i controlli della Corte dei Conti sul Pnrr. «Noi abbiamo un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare», ha sottolineato un portavoce della Commissione Europea rispondendo a una domanda sulle misure del governo sulla Corte dei Conti. «Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti», ha aggiunto.
P.Chigi,norme in dl Pa non modificano accordi con Ue
A stretto giro, la replica di Palazzo Chigi. «Le norme proposte dal Governo - approvate ieri dalla Commissione parlamentare nel D.L. Pubblica Amministrazione - non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano, le norme in discussione non intervengono su quanto previsto dal D.L. 77 del maggio del 2021», si legge in una nota.
«Portavoce commissione Ue alimenta polemiche»
Il Governo, viene messo in evidenza ancora nella nota, condivide il fatto che «il Recovery necessita di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull’efficienza. L’azione del governo si basa su questo principio. Il portavoce della Commissione Ue afferma che la “Commissione europea non commenta i progetti di legge”, ma subito dopo - senza alcun approfondimento di merito - lo stesso portavoce fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà», prosegue la nota.
«Con la Corte dei conti tavolo per revisionare Pnrr»
L’esecutivo ha poi ricordato che «ieri a Palazzo Chigi si è svolto un lungo, cordiale e proficuo incontro tra il Governo e la Corte dei conti. Nell’incontro è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr».
Le parole del portavoce della Commissione europea
Sullo sfondo, le parole del portavoce della Commissione europea. «Come regola generale - ha affermatoo - non ci esprimiamo sui progetti di legge e dunque non entriamo nel dettaglio. Possiamo dire che il Pnrr richiede una risposta proporzionata vista la sua natura unica, essendo un programma di spesa basato sulle performance. I sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti di interessi e o frodi. E l’Italia ha in campo un sistema solido».
Lunedì 5 giugno, sul decreto Pa che contiene l’emendamento sulla Corte dei Conti potrebbe anche essere posta la fiducia alla Camera. Certo, una volta approvato il decreto passerà all’esame del Quirinale. E, in ogni caso, potrebbe complicare il negoziato con l’Ue sul Pnrr. L’ok della Commissione alla terza rata del Piano continua a non vedere la luce. E all’orizzonte la trattativa per il nuovo Pnrr modificato - con l’aggiunta del RepowerEu - si preannuncia difficile. Sia per la portata delle modifiche che Roma potrebbe chiedere (inclusi alcuni target legati al Superbonus) sia per la tempistica: se il negoziato iniziasse dopo l’estate a rischio ridimensionamento non sarebbe solo la rata di giugno ma anche quella dicembre, entrambe basate su un Piano ormai vecchio, si ragiona in ambienti comunitari.
Cassese, governo ha fatto benissimo su Corte dei Conti
«Ha fatto benissimo il governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti». Lo ha detto Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, durante un incontro al Festival dell’Economia di Torino. «Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti», ha spiegato Cassese.
L’associazione dei magistrati contabili: scudo non ha fondamento giuridico
«L’Associazione magistrati della Corte dei conti - si legeg in una nota - continua ad esprimere preoccupazione per la decisione del Governo di limitare le funzioni di controllo concomitante sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di prorogare lo scudo erariale, le cui ragioni fondanti legate all’emergenza sono venute meno. Protrarre l’esclusione della responsabilità per colpa grave commissiva pone rilevanti dubbi di costituzionalità e di compatibilità con la normativa eurounitaria e genera un clima di deresponsabilizzazione, che non rafforza, ma depotenzia, l’efficacia dell’azione amministrativa».
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