Teatri lirici

Una Scala per i milanesi. Meyer presenta il suo programma 2022

Lunedì l'annuncio della nuova stagione, che avrà 13 titoli e 252 recite. Vocazione internazionale ma più attenzione alle famiglie e a i bambini

di Giovanna Mancini

Il mese scorso è partito il cantiere della Palazzina di via Verdi, il progetto di ampliamento del teatro (nella foto, un rendering del nuovo edificio)

4' di lettura

Una Scala più moderna, più grande, più attenta al pubblico dei milanesi, oltre che a quello internazionale, delle famiglie e dei bambini. Non sarà facile, ma il sovrintendente Dominique Meyer si è dato questi obiettivi per il suo mandato, che si concluderà nel 2025, e i primi segnali del nuovo corso saranno evidenti già dalla prossima stagione , che sarà presentata lunedì prossimo e segnerà la ripartenza dopo un anno e mezzo di pandemia.

La strategia di Meyer – economista per formazione, ma da oltre 30 anni ai vertici dei principali teatri lirici europei, da Parigi a Vienna, fino a Milano – è ambiziosa e insieme prudente. «Ripartiamo con cautela – spiega il sovrintendente –. Siamo consapevoli che una parte del pubblico non tornerà ancora per un po’, in particolare gli stranieri, che tradizionalmente rappresentano il 30% dei nostri spettatori. Perciò abbiamo elaborato un programma che prevede un numero di titoli e repliche inferiore rispetto agli ultimi anni, in modo da contenere i costi, ma senza rinunciare alle nuove produzioni e ai grandi nomi internazionali». Inoltre, è stata fatta un’analisi dettagliata dei tassi di riempimento della sala, in modo da razionalizzare i turni e puntare ad aumentare l’occupazione del teatro. La stagione si aprirà il prossimo 7 dicembre con il «Macbeth» di Verdi e prevede 13 titoli (contro i 15 del 2019), per 252 recite complessive, con un budget preventivato di circa 115 milioni di euro. Numeri in netta ripresa rispetto a quelli del 2020 (106 recite e un valore della produzione di 87 milioni), con un 2021 ancora interlocutorio, che prevede un bilancio di 98 milioni e 126 recite complessive.

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Programmare meno titoli e meno repliche permetterà di ridurre le spese di produzione, consentendo così di abbassare i prezzi di biglietti e abbonamenti. «Per me questo è molto importante – spiega Meyer –. Nel nostro mondo i prezzi sono spesso esagerati: la Scala, come altri grandi teatri a vocazione internazionale, ha molti visitatori stranieri, ma ha anche uno zoccolo duro di spettatori che vengono dalla stessa Milano. È, in qualche modo, anche un teatro di quartiere e io vorrei dimostrare più rispetto nei confronti del pubblico locale». Detto fatto: dal 2022 i costi saranno abbassati e saranno lanciate iniziative come «Un palco in famiglia»: i genitori pagheranno il proprio biglietto per intero, ma spenderanno solo 15 euro per ciascun figlio. «Raggiungere i bambini è fondamentale – aggiunge il sovrintendente, che conferma anche per il suo mandato il programma dedicato ai più piccoli –. Abbiamo commissionato alcune nuove produzioni per i giovanissimi: il primo spettacolo del 2022 sarà il Piccolo Principe».

Ovviamente, tutto questo è reso possibile – così come il pareggio di bilancio raggiunto anche nel 2020 nonostante il crollo dei ricavi da biglietteria – grazie al sostegno dei soci pubblici e privati. Questi ultimi in particolare, precisa il sovrintendente, non hanno fatto mancare il loro appoggio nemmeno in questi mesi di crisi. Anzi: due nuovi soci (Esselunga e Armani) si sono aggiunti alla lista dei sostenitori della Fondazione lirica e altri ne arriveranno. «Nel 2021 registreremo il record assoluto di contributi provenienti dai nostro soci sostenitori – spiega Meyer –, che ci stanno sostenendo anche nelle attività di ammodernamento e digitalizzazione del teatro. In questa città ci sono una società e un mondo industriale che sentono grande responsabilità nei confronti della cultura in generale e della Scala in particolare. Ho viaggiato molto, ma una cosa così non l’avevo mia vista: credo sia davvero una particolarità milanese».

Milano dà, Milano riceve. Dopo la ripresa degli spettacoli con il pubblico dal vivo, con tre concerti nel mese di maggio, dal 26 giugno al 1° luglio la Scala porta in scena la prima opera lirica in presenza del 2021, «Le nozze di Figaro» di Mozart nello storico allestimento ideato da Giorgio Strehler. A giugno ci sarà anche un recital di Maurizio Pollini, il primo in cui sarà levata la pedana allestita per il coro e si potrà tornare a utilizzare la platea per gli spettatori. Poi luglio sarà un mese di spettacoli all’aperto, in diversi punti della città.

E se l’attività artistica è in fermento («Abbiamo già programmato tutte le prime del mio mandato», dice Meyer), grandi progetti sono in corso anche dal punto di vista gestionale e degli spazi. In particolare, la Fondazione sta lavorando per il trasferimento dei laboratori oggi ospitati nell’ex Ansaldo nel quartiere Rubattino, negli spazi della ex Innocenti, che sul medio termine ospiteranno il nuovo magazzino automatizzato, i laboratori e sale di prova, con la possibilità di organizzare visite e assistere alle prove da parte del pubblico. Il mese scorso, inoltre, è stata posta la prima pietra della Palazzina di via Verdi, il progetto di ampliamento del Piermarini che dovrebbe essere terminato nel 2022. «È un progetto importante, perché ci consentirà di avere una sala prove adeguata per l’orchestra e inoltre di avere tutto il personale amministrativo in un unico luogo, non diviso come oggi tra la sede centrale e gli uffici di via Torino», spiega il sovrintendente. «Lavoriamo su tutti i fronti, non siamo mai rimasti fermi – aggiunge Meyer –. Con tutta la direzione del teatro, abbiamo pensato che dovevamo sfruttare questa crisi per uscirne con una Scala più moderna. Per me è anche una questione personale: questo sarà il mio ultimo incarico. Abbiamo una squadra di giovani collaboratori bravissimi e preparati. Vorrei preparare assieme a loro la Scala di domani e restituire un po’ di tutto quello che ho ricevuto io in questi 35 anni di sovrintendenza».

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