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Uomo, giovane e un po’ troppo sicuro: l’indentikit Consob del cripto investitore

Mediamente più equipaggiato chi si cimenta con il trading online

di Antonio Criscione

(IMAGOECONOMICA)

3' di lettura

Uomo, giovane e un po’ troppo sicuro di se stesso: è questo il profilo dell’investitore di criptovalute. Il tema è stato affrontato, con un approfondimento inedito, nel corso del seminario Consob dedicato ai temi della digitalizzazione come emerge dal rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane (presentato lo scorso 26 gennaio). Durante l’incontro il commissario Consob, Paolo Ciocca, ha illustrato i temi della digitalizzazione in rapporto ai compiti delle authority di settore. «L’evoluzione dei mercati finanziari - ha affermato Ciocca -, si caratterizza sempre di più per il ricorso a servizi digitali e disintermediati, accompagnati dai social media. E ciò vale in particolare per le nuove generazioni. Tali trasformazioni impongono con urgenza un cambio di modello da parte dei regolatori che devono adattarsi alle nuove strutture del mercato e alle cambiate attitudini degli operatori con l’obiettivo di garantire anche nel nuovo ecosistema la trasparenza e la tutela degli investitori. Cruciali a questo proposito è il ruolo dell’educazione finanziaria che deve anc’essa adattarsi al contesto in trasformazione». Un contesto che secondo il commissario rischia di rendere persino obsolete discussioni che tengono banco attualmente come quella sugli inducement, che parlano di un mondo che rischia di essere soppiantato dalla digitalizzazione del mercato.

L’investitore cripto

Tornando al tema dell’investitore in crypto, l’approfondimento offerto da Consob si basa su un approfondimento dei dati della rilevazione sulle scelte di investimento. Secondo Nadia Linciano, responsabile studi economici di Consob, tra i soggetti che mostrano interesse per le crypto, l’84% è rappresentato da uomini, con ridotta avversione al rischio rispetto a chi non è interessato (50% contro il 74) e con minore avversione alle perdite (17% contro il 35 dei non interessati), fatto che si spiega anche con la giovane età, magari in quella fascia le entrate non sono ancora destinate a una serie di esigenze della famiglia e quindi gestite con più facilità.

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Le conoscenze a disposizione

Un dato rilevante è che nel 35% dei casi si tratta di soggetti che stimano di avere conoscenze maggiori di quelle che hanno realmente (overconfidence). Un altro elemento interessante è che hanno minori conoscenze finanziarie generali rispetto a chi non è interessato (31 contro 53% dei casi), minori nozioni in tema di sicurezza digitale (40% contro il 52% dei non interessati), ma hanno maggiori competenze in materia di finanza digitale. Inoltre si avvalgono poco del servizio di consulenza finanziaria (19% dei casi contro il 43 dei non interessati) e sono meno capaci di risparmiare regolarmente (capita nel 36 per cento degli interessati mentre sale al 44 per i soggetti che si dicono non interessati).

Il trader

Più equipaggiato, invece, il soggetto interessato al trading online. Anche qui Consob ha messo a confronto i soggetti che si dicevano interessati al trading online e quelli che non lo erano (le rilevazioni sono state fatte nell’estate 2022). Il “trader” ha conoscenza di prodotti finanziari maggiore di chi non ha interesse (52% contro 37), maggiori conoscenze in materia di sicurezza digitale (50 contro 47) ed è molto più avvertito in tema di finanza digitale: 81 per cento contro il 50 dei non interessati. Inoltre ha un atteggiamento meno fai da te (è aperto alla consulenza nel 32% dei casi contro il 39 di chi non è interessato) e risparmia regolarmente nel 40 per cento dei casi (contro il 44 di chi non è interessato).

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