Valditara: in classe da recuperare valore e cultura del lavoro
«Con la riforma dell’istruzione tecnica potenziati alternanza e apprendistato formativo»
di Eugenio Bruno
2' di lettura
Riportare in classe il valore del lavoro. E uno degli strumenti può essere il rafforzamento dell’ex alternanza, nell’ambito della riforma «sperimentale» dell’istruzione tecnica e professionale che verrà illustrata in settimana alle regioni e ai sindacati. È l’obiettivo-annuncio che il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha lanciato dal palco del Festival dell’Economia di Trento.
Introducendo il panel “La Scuola italiana oggi e domani”, che ha visto confrontarsi esperti e politici nazionali e locali (l’assessore provinciale Mirko Bisesti, la sovrintendente Viviana Sbardella, la dirigente Maria Prodi, il rettore della Liuc Federico Visconti e l’economista Daniele Checchi), il titolare di viale Trastevere ha sottolineato: «Tra i grandi principi da portare nelle scuole c’è anche la centralità e il valore del lavoro, la cultura del lavoro». Anche attraverso lo strumento «irrinunciabile» dell’alternanza scuola-lavoro Ed è ciò che si proverà a fare - ha aggiunto - con la riforma dell’istruzione tecnica e professionale quella «promossa dal governo precedente ha rappresentato un passo in avanti. Ma non basta. Lo schema potrebbe essere questo: quattro anni più i due dell’Its. A cui si dovrebbe aggiungere la necessità dell’apprendistato formativo», ha precisato il ministro.
Gli insegnanti
Parlare di scuola in una manifestazione piena di giovani come quella trentina significa sì pensare agli insegnanti, ad esempio ai tutor e agli orientatori che arriveranno nelle scuole («Per la prima volta avremo un insegnante curriculare, pagato con le risorse che abbiamo trovato, che provvederà al miglioramento delle competenze degli studenti») oppure della necessità di valorizzare «una professione che nessuno vuole più fare», ma significa anche parlare degli alunni. In primis di quelli che abbandonano troppo presto, specie al Sud. Un Paese che mette insieme la terza disoccupazione giovanile d’Europa, il primato per i Neet nella fascia 15-29 anni e una dispersione scolastica esplicita al 12% (che diventa il 30% se passiamo a quella implicita di chi arriva al diploma senza aver maturato le conoscenze minime). Da qui l’idea di un’Agenda Sud «con l’individuazione di 150 scuole su cui intervenire, secondo Invalsi quelle più in difficoltà. Perché sappiamo - ha evidenziato il ministro - che le competenze sono diversificate. In Trentino, Lombardia e Veneto i risultati sono meglio della Finlandia. Invece abbiamo una parte d'Italia che ha problemi che non possiamo tollerare e pregiudicano il futuro dei ragazzi».
Verso la Maturità
Un pensiero alla fine è andato alla maturità che si avvicina. II 21 giugno è prevista la prova d’italiano. Valditara ha invitato i ragazzi ad affrontare l’esame «con estrema serenità. Siamo ben consapevoli - ha chiosato - che veniamo dagli anni del Covid, in cui l’insegnamento a distanza ha creato problemi umani e psicologici, un certo malessere, una crescita del bullismo. La prova orale non è disciplinare, non verrete interrogati su matematica ma un colloquio interdisciplinare che deve far capire che cosa gli studenti hanno assorbito, quali collegamenti riescono a fare». La stessa serenità che il ministro ha chiesto all’intero mondo della scuola.
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