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Sanità: via libera al Pon Salute: 625 milioni al Sud per quattro priorità

Contrasto alla povertà sanitaria, investimenti per la cura della salute mentale, potenziamento dei consultori per la cura della salute di genere, prevenzione oncologica sono gli obiettivi del nuovo programma 2021-2027 finanziato dai fondi Ue, la cui azione è concentrata nel Mezzogiorno. Su disagio mentale e rete di screening i primi interventi

di Fiorella Lavorgna

(Adobe Stock)

3' di lettura

Al via il programma nazionale Equità nella salute che avrà a disposizione 625 milioni di euro da qui al 2027, tra fondi Fers, Fse+ e co-finanziamento nazionale, con l'obiettivo di rendere più equo l'accesso ai servizi sanitari. È una novità assoluta della programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali europei in Italia, che si aggiunge ad altri programmi nazionali in gran parte confermati e a 38 programmi regionali. Le ragioni di questa scelta compiuta dal precedente governo non sono incoraggianti: vanno ricercate in primo luogo nel progressivo invecchiamento della popolazione, che impone nuovi investimenti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per garantire una reale universalità dei servizi, e soprattutto nel peggioramento complessivo delle condizioni socioeconomiche dei cittadini, anche se con grandi disuguaglianze tra nord e sud. Nonostante il programma sia nazionale, dunque gestito a livello centrale dal ministero della Salute che è l'autorità di gestione, destinatarie dei fondi sono le sette regioni del Mezzogiorno – Molise, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna - che negli ultimi anni hanno mostrato un aumento del numero di persone colpite dal fenomeno della povertà sanitaria, ossia di individui che risultano irraggiungibili o invisibili al SSN e che quindi non ricevono le cure, terapeutiche o preventive, a cui avrebbero diritto.

Sanità: approvato il Pon salute, 625 milioni dai fondi Ue

Le quattro priorità del programma

Il programma si pone quattro aree di intervento prioritarie, individuate sia per il loro carattere di urgenza, ma anche in un'ottica di complementarità con gli obiettivi del Pnrr che non coprono esplicitamente i target di popolazione vulnerabile che fondi di coesione si pongono di raggiungere.

1) Il primo obiettivo riguarda il contrasto alla povertà sanitaria riducendo le barriere di accesso ai servizi sanitari e sociosanitari per le persone vulnerabili – come migranti o persone senza reddito e fissa dimora - agendo sulla medicina di prossimità e la creazione di Comunità sanitarie capaci di raggiungere la popolazione residente anche al di fuori degli ospedali.

2) Il secondo ambito riguarda gli investimenti per la cura della salute mentale. Nelle Regioni oggetto del programma vi è un basso numero di strutture psichiatriche territoriali - in Molise n. 1,1 strutture ogni 100.000 abitanti, in Campania e Puglia 1,4, in Basilicata 1,5, in Sardegna 1,7, a fronte di una media di 2,9 nelle restanti regioni e province autonome. Vi è inoltre una scarsa capacità nell'identificazione e presa in carico rapida del paziente, a fronte invece di un ricorso più frequente ai trattamenti sanitari obbligatori, interventi spesso stigmatizzanti per coloro che li subiscono, e ai quali si dovrebbe ricorrere solo nei casi di estrema gravità e urgenza. Attraverso la costituzione di partenariati tra i Comuni e gli enti del terzo settore, si proverà a raggiungere precocemente coloro che sperimentano un disagio mentale, senza – laddove possibile - allontanarli dalla comunità.

3) La terza priorità riguarda la salute di genere attraverso il potenziamento dei consultori. Se il gold standard prevederebbe un centro ogni 20 mila abitanti, i numeri del Ministero parlano di un centro ogni 65 mila abitanti in Molise e uno ogni 40 mila in Campania, con relativo affaticamento dei servizi spesso indispensabile per la popolazione femminile più suscettibile all'esclusione sociale, come le donne migranti.

4) Infine, il piano dedica dei finanziamenti al rafforzamento dei programmi di screening oncologici che nel Sud non riescono a raggiungere un numero soddisfacente di utenti.

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I primi interventi

Il Ministero della Salute – che è anche l'Autorità di Gestione del Piano – ha già calendarizzato due progetti prioritari. Il primo è l'attivazione sperimentale – prevista già per gennaio 2024 - dei progetti terapeutico-riabilitativi personalizzati (PTRP). Finanziato con 145 milioni di euro tra fondi FSE+ e quota nazionale, il progetto vuole promuovere un nuovo modello di assistenza di prossimità per i coloro che sviluppano un disagio mentale attraverso percorsi di cura inclusivi e partecipativi. Il secondo intervento riguarda invece il rafforzamento strutturale e tecnologico dei servizi di prevenzione delle malattie oncologiche. Con l'obiettivo di migliorare il numero dei test di screening nel Mezzogiorno - che secondo il Ministero della Salute risulta sempre inferiore alla soglia minima di garanzia - il programma interverrà con 76 milioni di euro – ripartiti tra fondi Fesr e cofinanziamento – per riorganizzare la rete dei punti per gli screening anche attraverso l'apertura di nuovi laboratori in spazi sanitari già esistenti, nonché tramite l'acquisto di motorhome attrezzati con mammografi digitali. Le procedure per l'acquisizione dei beni e l'avvio dei lavori è prevista per ottobre 2023, mentre l'operatività dei nuovi punti di screening entro fine 2024.

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